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ILO: Rapporto mondiale sui salari 2024–2025. Le tendenze e delle disuguaglianze salariali in Italia e nel mondo


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Pubblicato a cadenza biennale, il rapporto mondiale sui salari dell'ILO si inserisce nell'ambito dell'Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile che mira a ridurre le disuguaglianze sia all’interno dei singoli paesi che a livello globale.

l'ILO analizza l'andamento salariale, esaminandone le disuguaglianze e proponendo una serie di riflessioni per introdurre azioni migliorative.

Nell'arco degli ultimi 17 anni, a partire dal 2008, l'Italia ha subito le perdite maggiori in termini di potere di acquisto dei salari. Rispetto alle flessioni, ad esempio, del Giappone (-6,5%), della Spagna (-4,5%) e del Regno Unito (-2,5%), il nostro Paese denota un calo dell'8,7%.

Dal 2022 la crescita dei salari reali è stata piuttosto eterogenea, con un andamento più favorevole nei Paesi dell'Asia e del Pacifico, rispetto all'Europa e al resto del mondo. Ciò grazie anche alla significativa diminuzione dell'inflazione che ha interessato anche l'Italia dal 2023. Ciononostante, a seguito della ripresa sostenuta dell'economia italiana, la crescita del PIL reale è stata più modesta nel 2023 e 2024, attestandosi allo 0,7%, con i salari reali cresciuti in media del 2,3%, segnando un'inversione di tendenza rispetto al calo del 3,2% e del 3,3% rispettivamente nel 2023 e 2022.

L' ILO rileva poi un incremento della produttività del lavoro in Italia maggiore dei salari reali (le cui misure di adeguamento degli ultimi anni non sono risultate sufficienti a compensare l'aumento del costo della vita), invertendo così la tendenza opposta riscontrata durante un arco temporale di 22 anni.

Relativamente alle disuguaglianze dei redditi da lavoro, queste aumentano a livello mondiale ma non in Italia, dove il fenomeno è tra i più bassi, nonostante un divario maggiore nei segmenti intermedi e alti della distribuzione salariale (anche se i lavoratori migranti percepiscono una retribuzione oraria media inferiore del 26,3% rispetto a quella degli occupati nazionali).

Fonte : ILO