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CNEL : 10 proposte per un piano di azione alternativo al salario minimo legale


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L’ undici agosto scorso il Governo ha chiesto al CNEL di elaborare un documento contenente osservazioni e proposte in materia di salario minimo e contrasto al lavoro povero. Trascorsi 60 giorni, il testo è stato approvato il 12 ottobre con 39 voti a favore, 15 contrari e 8 consiglieri che non hanno partecipato al voto a dimostrazione di quanto il tema sia controverso. 

Anni di dibattito pubblico e analisi scientifiche, avviate ancor prima dell’adozione della direttiva UE 2022/2041, non sono sin qui stati sufficienti per delineare tutti gli aspetti del problema. 

Il documento offre infatti una prima parte di inquadramento e analisi del problema, con la condivisione di dati e scenari , mentre la seconda fornisce possibili soluzioni alle criticità sul tema, del quale viene ribadita l’estrema complessità oltre all’impossibilità di soluzioni semplicistiche. 

Salario minimo : Approvato il primo documento tecnico CNEL.

Tralasciando tutte le considerazioni a margine dell’analisi, il CNEL è dell’avviso che la mera introduzione di un salario minimo legale non risolverebbe né la grande questione del lavoro povero né la pratica del dumping contrattuale , né contribuirebbe a rinvigorire con forza la contrattazione collettiva, ancora oggi sede privilegiata per la fissazione dei trattamenti retributivi più adeguati. 

In alternativa viene suggerito un piano di azione articolato in 10 proposte, con l’impiego di ingenti risorse pubbliche. L’obbiettivo un vero e proprio ripensamento  delle relazioni industriali da orientare verso i soli sistemi di contrattazione e bilateralità che garantiscono l’integrale applicazione dei trattamenti retributivi complessivi garantiti dai contratti collettivi più diffusi a livello nazionale di categoria. A tal fine : 

1. Contro la proliferazione incontrollata dei contratti collettivi e il fenomeno dei contratti pirata viene suggerito un intervento legislativo a sostegno della contrattazione collettiva di qualità ; 

2. Per agevolare l’intervento dei servizi ispettivi e della magistratura è auspicabile un intervento normativo volto a chiarire che, nella determinazione del trattamento retributivo di cui all’articolo 36 della Costituzione, il giudice debba fare riferimento non solo al minimo tabellare ma al trattamento economico complessivo ordinario e normale (più elevato) spettante al lavoratore in applicazione dei contratti collettivi di maggiore diffusione ;  

3. Rispetto ai ritardi nei rinnovi contrattuali viene raccomandata l’adozione di iniziative concrete per il superamento di questa criticità che, soprattutto in un momento di forte dinamica inflattiva, contribuisce a intaccare profondamente le retribuzioni dei lavoratori. 

4. Viene proposto un salario minimo riconosciuto in via “sperimentale” ai gruppi di lavoratori maggiormente esposti al lavoro povero con interventi legislativi ad hoc ( Lavoratori temporanei, parasubordinati, autonomi fittizi, occasionali, stagisti, lavoratori discontinui o di semplice attesa o custodia e lavoratori a tempo parziale involontario sono i lavoratori maggiormente sposti al fenomeno del lavoro povero ).  

5. Misure di sostegno ai lavoratori impiegati in appalti pubblici e di servizi con gare al massimo ribasso; 

6. Colmare il vuoto normativo in materia di stage e tirocini e valorizzare l’ apprendistato soprattutto nella dimensione di raccordo tra sistema educativo e formativo del mercato del lavoro ;

7. Per il part time involontario misure legislative per razionalizzare gli interventi a sostegno della occupazione e della conciliazione vita lavoro; 

8. Per contrastare il fenomeno del lavoro autonomo fittizio andrebbe infine adeguata la nozione di subordinazione presente nel nostro ordinamento alla più ampia nozione comunitaria; 

9. Interventi e misure strutturali e di medio e lungo periodo andrebbero pensati per il lavoro domestico anche con un piano nazionale di sostegno per la famiglia. 

10. Il CNEL si propone quale possibile sede del National Productivity Board per l’Italia, la cui istituzione è raccomandata per i paesi dell’area euro dal Consiglio dell’Unione Europea e di cui l’Italia è ancora sprovvista, così da valorizzare pienamente il contributo dei corpi intermedi nel controllo delle dinamiche retributive e legarle alle dinamiche della produttività. 

La questione passa ora al Parlamento che inizierà la discussione in materia di salario minio legale il prossimo 17 ottobre con l'esame preliminare del documento licenziato dal CNEL.