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Crisi d’ impresa : Oltre 6.000 posti salvati con la composizione negoziata d’impresa


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A due anni dall’avvio della procedura di composizione negoziata della crisi d’impresa, sono oltre 6.100 i lavoratori salvati dal licenziamento per chiusura dell’azienda, 502 le procedure chiuse, di cui 96 con esito favorevole. Il risultato si deve soprattutto a una vera e propria accelerazione sperimentata negli ultimi tre trimestri del 2023, in cui oltre 1 procedura su 4 si è chiusa con esito favorevole. 

Questi alcuni dei dati contenuti nella IV edizione dell’ Osservatorio semestrale sulla composizione negoziata della crisi d’impresa, realizzato da Unioncamere , presentato in occasione dei due anni di operatività del nuovo istituto , con l’intento di offrire una rappresentazione esaustiva dell’andamento della Composizione negoziata attraverso l’analisi dei principali dati relativi alle istanze finora presentate, e un loro raffronto periodico particolarmente utile ad evidenziare come stia radicalmente evolvendo il numero e, soprattutto, la qualità delle domande presentate. 

I dati registrati testimoniano un notevole incremento nel corso degli ultimi trimestri dei casi di successo della Composizione negoziata. Nel complesso si tratta di circa 6.100 addetti, dei quali 3.200 già acquisiti con le 83 procedure concluse e ulteriori 3mila occupati in 13 aziende che proprio in questi giorni stanno formalizzando la procedura di risanamento. A questo risultato va aggiunto, inoltre, l’effetto benefico del risanamento dell’impresa sui fornitori e su tutte le aziende dell’indotto e della filiera produttiva. 

Il monitoraggio mostra che nell'ultimo periodo sono crollati i casi di istanze rigettate per impossibilità di risanamento (segno che le domande oggetto di composizione sono oggi particolarmente promettenti) ed il numero generale di istanze presentate continua a crescere . Lo strumento della composizione negoziata continua ad essere utilizzato soprattutto nelle regioni del Nord (il 49,8% del totale), rispetto al Centro Italia (il 29%), alle regioni meridionali (16%) e alle isole (6%). Il settore economico che ha presentato maggiori esiti favorevoli nella composizione negoziata è quello delle attività manifatturiere (28%), seguito dal commercio all’ingrosso e al dettaglio (23%) e dalle costruzioni (12%). 

La parte conclusiva del rapporto, invece, è dedicata alle proposte correttive che, dal corso delle esperienze registrate in questi due anni, appaiono necessarie per consentire appieno il decollo dello strumento.

Dall' esperienza accumulata sono emerse la necessità di semplificare il rapporto con il fisco e migliorare la forza negoziale di questo strumento nei confronti dei creditori pubblici (fisco ed enti previdenziali) e delle banche. Un primo passo in questa direzione è stato compiuto con il DL PNRR-ter che ha previsto un lieve rafforzamento delle misure premiali, concedendo al debitore la possibilità di rateizzare in 120 (anziché 72) rate il debito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate.

Semplificazioni sono auspicabili anche per quanto riguarda l'iter procedurale della composizione negoziata. Difficoltà correlate all’attività di recupero dei documenti, che l’impresa ha l’obbligo di allegare al momento dell’invio dell’istanza in quanto funzionali allo svolgimento dell’istruttoria, sono state registrate in diversi casi. Tali criticità, è doveroso specificare, non riguardano tanto la documentazione “interna all’azienda” (i bilanci degli ultimi tre esercizi, la relazione sintetica sull’attività, il piano finanziario con le attività industriali, l’elenco dei creditori, ecc.) quanto, piuttosto, le certificazioni relative ai debiti tributari, ai debiti contributivi ed ai premi assicurativi, spesso disponibili dopo un certo lasso di tempo. Solo agendo concretamente e con celerità sui limiti ancora ostativi all’accesso allo strumento sarà difatti  possibile raggiungere effettivamente gli obiettivi di emersione anticipata della crisi ed accrescere, in tal modo, le possibilità di risanamento delle nostre imprese.

Fonte: Unioncamere