Stampa

Smart working : Da un indagine Confindustria il 60% lo adotta senza cambiamenti organizzativi


icona

Se in epoca pre-Covid 2019, quasi un’azienda su 10 (una su cinque tra quelle di grandi dimensioni) aveva introdotto forme di smart working (un dato quasi doppio rispetto al 2018 ); nel 2020 si è toccata quota 66,8% (praticamente due imprese su tre), coinvolgendo quasi il 40% dei dipendenti. Più di un terzo del campione intervistato nel 2021 ha dichiarato che avrebbe mantenuto la modalità di lavoro agile.

Oggi il 20,3% delle aziende  , cioè una su cinque, ha continuato a utilizzare il lavoro da remoto, o ha dichiaro che lo farà nei prossimi mesi, in linea con le innovazioni contenute nel protocollo siglato dalle parti sociali nel dicembre 2021, e implementato da una prima operazione di semplificazione procedurale avviata dal Ministero del Lavoro (invio digitale, e massivo, degli accordi individuali - il nuovo termine per inviare le comunicazioni di lavoro agile è slittato al 1° gennaio; mentre dal 15 dicembre è annunciato un nuovo sistema più semplice, attraverso file excel ). 

E' il quadro che emerge da una recente ricerca svolta dal centro studi di Confindustria, per il settore  manifatturiero. L'indagine fornisce interessanti spunti di riflessione :  

Fonti di regolazione - Le principali fonti di regolazione del lavoro agile restano l'accordo individuale ( 41 % ) e il regolamento aziendale ( 40 % ) , mentre meraviglia che la contrattazione collettiva intervenga con la sua naturale funzione regolatoria solamente nel 10% delle aziende intervistate.

Condizioni di accesso - L'indagine rivela inoltre come l'accesso allo smart working sia prevalentemente subordinato alla compatibilità delle mansioni ( 84,2% ), seguito dalle condizioni di accesso alla connessione ( 62% ) piuttosto che all'appartenenza a specifiche aree aziendali ( 53% ). 

Quanto si lavora in smart working - Dall'elaborazione del Centro Studi Confindustria risulta come un lavoratore su tre nelle imprese che hanno adottato o adotteranno in via strutturale lo smart working lavora in modalità agile per più giorni alla settimana almeno 3 giorni a settimana.

Opportunità e rischi - Su quali siano le opportunità e rischi per le imprese che adottano lo smart working il quadro non è di semplice lettura.

Tra le opportunità il 55% delle aziende intervistate a menzionato la conciliazione di tempi di vita e lavoro , solo un 15% ha menzionato l'altra grande opportunità ossia la responsabilizzazione e orientamento al risultato , mentre fanno seguito la fidelizzazione e attrattività aziendale ( 11 % ) ; miglioramento della performance dei collaboratori ( 9 % ) ; riduzione/ottimizzazione costi uffici ( 9 % ) ; riduzione impatto ambientale ( 1% ). 

Figurano invece tra i rischi insiti nell'adozione del lavoro agile  : minore comunicazione tra il personale ( 63% ) ; impatto negativo sul senso di appartenenza ( 19 % ) ; riduzione dell’innovazione derivante dall’interazione ( 7 % ) ;  creazione di aree di conflitto tra dipendenti ( 6% ) ;  incompatibilità con le esigenze formative ( 5% ).

Azioni intraprese a vantaggio dei lavoratori - Nel 62% dei casi le aziende si sono limitate a fornire ai propri dipendenti pc portatili, solo nel 35% sono stati forniti anche smartphone aziendali. Sono andate oltre le aziende che hanno scelto di impartire formazione ai propri dipendenti nei seguenti ambiti : cyber sicurezza ( 44% ) ; formazione tecnica sulle competenze digitali ( 35 % ) ; formazione sui soft skills ( 30 % ) ; formazione sulla sicurezza ( 25 % ) ; formazione manageriale ( 18 % ) . Nel 31,7 % non sono state previste azioni di alcun tipo per la formazione del personale. 

Interessante notare che più di un'impresa su cinque ( poco più del 25% ) ha investito o prevede di investire per la riorganizzazione di spazi e uffici.

Manca l'approccio sistematico - L'approccio non sistematico al lavoro agile è testimoniato dal fatto che ben il 60 % delle aziende consociate non prevede nessun cambiamento organizzativo a seguito dell'adozione del lavoro agile . Solo il 35,2 % delle imprese ha invece implementato sistemi di valutazione del raggiungimento degli obbiettivi e il 5 % prevede l'introduzione di parametri specifici per il premio produttività.

Fonte: Confindustria