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Il salario minimo. Una stima dei costi e dei beneficiari


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A livello europeo, è stato raggiunto un accordo sulla direttiva sul salario minimo, direttiva che ora dovrà avere il placet della Assemblea plenaria del Parlamento europeo nonché del Consiglio UE. 

A maggior ragione, risulta importante la Nota dell’INAPP su L’introduzione del salario minimo legale in Italia. Un stima dei costi e dei beneficiari. 

La Nota è legata alla circostanza che il Parlamento italiano già sta discutendo dell'introduzione di un salario minimo legale, presente nella maggioranza degli altri Paesi europei. 

In Italia, il salario orario lordo mediano dei lavoratori dipendenti, riferito alle posizioni lavorative nei settori privati non agricoli, è pari a 11,2 euro, con diverse misure in relazione al regime orario di lavoro e al tipo di contratto: i lavoratori a tempo parziale percepiscono un salario orario mediano inferiore di oltre l'11% rispetto al totale; i lavoratori a tempo determinato scontano un salario mediano inferiore dell'8,7% rispetto al totale. 

La Nota fornisce interessanti considerazioni circa gli effetti che l’introduzione di un salario minimo produrrebbe, con riferimento all’ipotesi di un salario minimo orario di 9 euro al lordo dei contributi previdenziali e assistenziali (presente nelle proposte all’esame del Parlamento). 

I lavoratori beneficiari dell'introduzione di un salario minimo legale a 9 euro orari sarebbero circa 2,6 milioni. Di questi, circa 1,9 milioni di lavoratori a tempo pieno (il 18,4% del totale dei dipendenti a tempo pieno) per un costo di 5,2 miliardi, e circa 680.000 lavoratori a tempo parziale (il 29% del totale dei dipendenti part-time) per un costo di 1,5 miliardi. Il costo totale per le imprese sarebbe di 6,7 miliardi di euro. 

La Nota, inoltre, considera la differenziazione degli effetti attesi in termini di beneficiari e di costo in relazione al profilo del lavoratore e dell'impresa. 

Tra i vari fattori che incidono in misura rilevante sull'eterogeneità dell'impatto atteso, la Nota in particolare ne evidenzia due: la dimensione d'impresa e la ripartizione geografica di lavoro. 

Tali elementi identificano gran parte della variabilità delle caratteristiche del tessuto produttivo italiano e anche la spesa necessaria all'adeguamento a un salario minimo ne risulterebbe condizionata in misura considerevole. 

Oltre alla stima della spesa complessiva che l'introduzione di un salario minimo legale comporterebbe, è cruciale la previsione della distribuzione della spesa secondo il profilo delle imprese coinvolte; la diversa sostenibilità del salario minimo legale, in termini di salario aggiuntivo, e le conseguenti differenti reazioni della domanda di lavoro sono, infatti, determinanti al fine di valutare i possibili esiti della misura. 

Dalla Nota è altresì analizzato l'impatto sulla struttura retributiva dei livelli di inquadramento contrattuali. Come in parte già segnalato, l'introduzione di un salario minimo legale pari a 9 euro lordi all'ora inciderebbe sul 21% degli occupati, con un costo complessivo (al netto degli oneri sociali obbligatori e della quota accantonata del trattamento di fine rapporto, importi che sono basati sul livello della retribuzione lorda mensile) per il sistema delle imprese stimabile in 6,7 miliardi di euro con una notevole eterogeneità per dimensione di impresa e per ripartizione territoriale. 

Un altro aspetto considerato riguarda le implicazioni dell'introduzione di un salario minimo fissato a detto livello per la struttura retributiva dei livelli di inquadramento contrattuali: facendo riferimento al contratto del commercio, nell’esempio fatto dalla Nota, l'introduzione di un salario minimo a 9 euro all'ora inciderebbe sui livelli sesto e settimo dell'inquadramento contrattuale, portandoli al salario attualmente previsto per il quinto livello. 

Se la contrattazione collettiva intendesse mantenere almeno in parte le differenziazioni salariali tra i vari livelli di inquadramento, l'introduzione del salario minimo si riverbererebbe anche sulla retribuzione dei livelli non direttamente coinvolti dalla misura. 

La Nota, infine, considera anche ipotesi alternative di salario minimo orario, fissato ad euro 8,5 e 8 euro lordi.