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INPS – Audizione in Commissione su Reddito di cittadinanza e quota 100


direzione centrale inps
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Il Presidente dell’ INPS, Tito Boeri, è stato ricevuto in audizione presso la XI° Commissione Lavoro pubblico e privato del Senato, nell’ambito dell’ iter parlamentare di conversione del DL 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e quota 100 (A.S. n. 1018).

L’impatto di “quota 100” ricadrà sui giovani

Solo una parte minore delle spese conseguenti a “ quota 100 “ ( 1/10) verrà ricoperto da una riduzione della spesa pensionistica. I pensionati contribuiranno in virtù della deindicizzazione delle pensioni superiori a 3 volte il minimo varata con la Legge di Bilancio.

Nonostante ciò, il grosso del costo di “quota 100” graverà sulle generazioni future. Il debito del sistema pensionistico è destinato ad aumentare sia per il nuovo canale di uscita sia per il congelamento degli adeguamenti della speranza di vita delle pensioni anticipate.

Al termine del periodo di sperimentazione 2019 – 2021 l’incremento del debito implicito potrebbe equivalere a 38 miliardi mentre, in caso di conferma delle misure al termine del periodo di sperimentazione, l’aumento lieviterebbe a più di 90 miliardi.

Reddito di cittadinanza

La platea stimata sarà di quasi 1,2 milioni di nuclei e 2,4 milioni persone che beneficerebbero del Reddito di Cittadinanza, per un costo di circa 8,5 miliardi, inclusivo delle risorse già stanziate per il ReI, in coerenza con le stime della Relazione tecnica governativa.

Un primo problema su cui viene posta l’attenzione è l’importo del reddito, troppo alto per il Presidente dell’INPS. Il livello della prestazione elevato ha come controindicazioni il fatto di rischiare di spiazzare i redditi da lavoro. Basti pensare che, secondo i dati INPS, quasi il 45% dei dipendenti privati del Mezzogiorno ha redditi di lavoro netti inferiori a quelli garantiti dal Reddito di Cittadinanza. Sempre secondo i dati INPS, circa il 30% dei percettori del RC riceverà un trasferimento uguale o superiore a 9360 euro netti. Tutto questo fa pensare che gli effetti di scoraggiamento al lavoro siano rilevanti.

Nonostante un evidente ampliamento della platea dei potenziali, l’8% dei beneficiari del ReI potrebbero non vedersi riconosciuto il Reddito di Cittadinanza. Si tratta soprattutto di famiglie numerose sfavorite da una scala di equivalenza con coefficienti attenuanti l’impatto della dimensione familiare nella determinazione dell’importo. Una siffatta scala non trova corrispondenza nessun sistema socio-assistenziale internazionale e finisce per agevolare i nuclei dei “ single “ che rappresentano più del 55% dei nuclei familiari ( vedi anche l'audizione ISTAT )

Fissando un importo del RC più basso per un nucleo con un solo componente, in affitto, e con redditi pari a zero, si potrebbe adottare una scala di equivalenza calibrata sulle economie di scala che si ottengono nella gestione famigliare, mantenendo gli stessi livelli di spesa complessiva e senza spiazzare una componente cosi rilevante del lavoro soprattutto al Sud.

Riscatto di laurea

Il decreto ha, infine, introdotto in via sperimentale un nuovo istituto di riscatto prevedendo una diversa modalità di calcolo dell’onere di riscatto dei periodi di studi universitari, nel caso di domanda presentata fino al compimento del 45esimo anno di età. Anche questa norma può ampliare il divario fra pensioni erogate e pensioni contributive, aumentando il debito pensionistico.

La scelta di circoscrivere la platea a chi ha meno di 45 anni sembra proprio dettata dalla volontà di evitare che se ne possa trarre vantaggio per aumentare la platea dei fruitori delle pensioni 38+62. Si tratta di una scelta che potrebbe porre problemi di costituzionalità violando il principio della parità di trattamento, come segnalato dal Servizio Studi.

Meglio allora delimitare l’applicazione del riscatto agevolato ai contributivi puri (le persone che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995), senza imporre limiti d’età.

Fonte: INPS