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Cassazione: sulle indennità per le ferie non godute il datore ha l’obbligo di pagare i contributi


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Con l’ordinanza n. 13473 del 29.05.2018, la Cassazione afferma che il datore ha l’obbligo di pagare i contributi anche sull’indennità per le ferie non godute, poiché l’emolumento ha natura retributiva e, dunque, giustifica l’imposizione, trattandosi di un’attribuzione patrimoniale che non rientra nell’elenco tassativo delle erogazioni escluse dalla contribuzione.

Il fatto affrontato

La società propone opposizione avverso il decreto ingiuntivo col quale l'INPS le aveva intimato il pagamento di 411.942.909 lire a titolo di omesso versamento di contributi relativamente alle indennità sostitutive di ferie non godute concernenti il periodo 01.05.1991 - 31.12.1996.

L’ordinanza

La Cassazione, confermando la statuizione della Corte d’Appello, afferma che l'indennità sostitutiva delle ferie non godute è assoggettabile a contribuzione previdenziale, perché, essendo in rapporto di corrispettività con le prestazioni lavorative effettuate nel periodo di tempo che avrebbe dovuto essere dedicato al riposo, ha carattere retributivo e gode della garanzia prestata dall'art. 2126 c.c. a favore delle prestazioni effettuate con violazione di norme poste a tutela del prestatore.

A ciò non osta, secondo i Giudici di legittimità, che tale indennità possa aver avuto anche un eventuale concorrente profilo risarcitorio (oggi escluso), in quanto lo stesso non avrebbe escluso la riconducibilità all'ampia nozione di retribuzione imponibile, costituendo, comunque, la stessa un'attribuzione patrimoniale riconosciuta a favore del lavoratore in dipendenza del rapporto.

Su tali presupposti, la Suprema Corte ha rigettato il ricorso proposto dalla società, legittimando la richiesta avanzatale dall’INPS.

A cura di Fieldfisher