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Recovery Plan : Formazione, Lavoro e incentivi nel Piano di Ripresa e Resilienza ( PNRR )


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Il 12 gennaio il Consiglio dei Ministri ha approvato il Recovery Plan con la previsione di sei linee di intervento per rilanciare lo sviluppo nazionale, governando i fattori determinanti della crescita e i nodi strutturali che hanno frenato lo sviluppo negli anni passati. 

Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura ; Rivoluzione verde e transizione ecologica ; Infrastrutture e mobilità sostenibile ; Istruzione e ricerca ; Inclusione e coesione sociale e per finire Sanità sono le sei linee progettuali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ( PNRR ).  

Al tema delle politiche per il lavoro è dedicata la prima componente da 7,5 miliardi di euro rientrante nella missione 5 “ Inclusione e Sociale “ a cui vengono destinati complessivamente 27,63 miliardi ripartiti con 10,83 miliardi di euro per “ Infrastrutture sociali e famiglie, comunità e terzo settore “ e 4,18 miliardi di euro per “ interventi speciali per la coesione territoriale “. 

La prima linea di intervento della componente, intitolata “Politiche attive del lavoro e sostegno all'occupazione”, vale 7,5 miliardi di euro e si articola in quattro ambiti:

  • Politiche attive del lavoro e formazione (3,5 miliardi);
  • Piano nuove competenze (3 miliardi); 
  • Apprendistato duale (600 milioni);
  • Sostegno all'imprenditoria femminile (400 milioni).

LAVORO E FORMAZIONE :

I 3,5 miliardi destinati alle politiche attive dovranno contribuire ad aumentare il tasso di occupazione, facilitando le transizioni lavorative grazie ad una formazione adeguata, l'inserimento lavorativo dei NEET ( Not in Education, Employment or Training ), e l'adeguamento delle competenze alle trasformazioni del mercato del lavoro.

Per raggiungere questi obiettivi si interviene anzitutto modificando la disciplina dell’assegno di ricollocazione, rafforzando i centri per l'impiego e affidando al nuovo Programma nazionale Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL), già previsto dalla legge di Bilancio 2021, la presa in carico dei disoccupati e delle persone in transizione occupazionale, sia per la profilazione dei servizi al lavoro che per la formazione.

PIANO NUOVE COMPETENZE :

3 miliardi sono invece dedicati al progetto del Piano nuove competenze, che mira a sviluppare un sistema permanente di formazione (life-long learning, reskilling e upskilling), attraverso il potenziamento del sistema dei centri di formazione professionale, dei fondi interprofessionali (che potranno fare attività di formazione anche per i disoccupati), degli ITS, dei centri provinciali di istruzione per adulti (CPIA) e delle Università.

Prevista la creazione di reti territoriali di servizi di istruzione, formazione e lavoro, anche attraverso partenariati pubblico-privato in forma di industry accademy.

Per la formazione degli occupati viene invece confermato il Fondo nuove competenze istituito dal decreto Rilancio, che sostiene con contributi a fondo perduto le aziende che decidono di rimodulare l’orario di lavoro dei propri dipendenti per impegnarli in attività di formazione sulla base di specifici accordi collettivi con le organizzazioni sindacali. Partito con una dotazione iniziale di 230 milioni di euro a valere sul Programma Operativo Nazionale SPAO 2014-2020 e rifinanziato dal dl Agosto, con 500 milioni per il biennio 2020-21, il Fondo viene alimentato con un miliardo proveniente da REACT-EU, lo strumento del pacchetto Next Generation EU che fa da ponte tra l'attuale e la prossima programmazione dei fondi europei.

APPRENDISTATO DUALE :

Per favorire l’occupabilità dei giovani il Recovery Plan prevede anche il potenziamento del sistema duale, per aumentare le sinergie tra i sistemi d’istruzione e formazione con il mercato del lavoro. L'intenzione è quella di promuovere modalità di apprendimento on the job, costruendo percorsi formativi che rispondano ai fabbisogni professionali delle imprese e riducano il mismatch tra le competenze richieste nel mercato del lavoro e quelle in uscita dai percorsi di istruzione e formazione.

DECONTRIBUZIONE SUD E COESIONE TERRITORIALE:

In totale, il Governo ha stimato per la fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno un fabbisogno di oltre 40 miliardi di euro, da coprire anche sfruttando i fondi strutturali europei 2021-27 e le risorse di REACT-EU.

A seguito del negoziato con la Commissione europea, contraria alla prospettiva di destinare più della metà dei fondi di REACT-EU agli sgravi contributivi, nella manovra è stata prevista una riduzione degli oneri a carico del programma UE: dai 3,5 miliardi di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022 previsti inizialmente dal Governo si è passati a un miliardo e 491,6 milioni di euro per l’anno 2021 (-2.008,4 milioni di euro) e a 2 miliardi e 508,4 milioni di euro per l’anno 2022 (-991,6 milioni di euro).

Con i 4,47 miliardi di REACT-EU sarà quindi possibile dare seguito alla decontribuzione Sud, avviata in via sperimentale dal decreto Agosto e stabilizzata dalla manovra, con aliquota decrescente, fino al 2029, e finanziare gli sgravi contributivi al 100% per chi assume under 36 e donne.

L'orizzonte temporale di operatività della misura, tuttavia, dipenderà dal confronto con la Commissione europea. I primi tre mesi di sperimentazione della decontribuzione Sud, infatti, sono stati autorizzati da Bruxelles ai sensi del Quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, che è stato prorogato al 30 giugno 2021 e quindi permette la concessione dell'agevolazione anche per i primi sei mesi del prossimo anno. Dal 1° luglio 2021 al 31 dicembre 2029, invece, l’agevolazione potrà essere concessa, in base alle condizioni previste dalla normativa in materia di aiuti di Stato applicabile, solo previa decisione di autorizzazione della Commissione europea.

acdr