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Corte di Giustizia Europea: se sproporzionate le sanzioni in materia di lavoro vanno disapplicate


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Con la sentenza emessa, il 08.03.2022, nella causa C-205/20, la Corte di Giustizia UE afferma che il giudice nazionale deve disapplicare le sanzioni previste dalla legge per la violazione di obblighi in materia di lavoro e previdenza, qualora le stesse risultino lesive del principio di proporzionalità.

Il fatto affrontato

La società slovacca impugna giudizialmente la sanzione pecuniaria, pari ad € 54.000,00, inflittale in Austria, ove aveva distaccato alcuni lavoratori, per l’inosservanza di alcuni obblighi in materia di conservazione di documentazione salariale e previdenziale.
Il Tribunale austriaco – investito della questione – chiede alla CGUE, mediante un rinvio pregiudiziale, se sia conforme al diritto comunitario e, nello specifico, non leda il principio di proporzionalità, l’irrogazione di sanzioni così elevate per violazione di obblighi essenzialmente amministrativi.

La sentenza

La Corte di Giustizia rileva, preliminarmente, che l’art. 20 della Direttiva 2014/67, laddove richiede che le sanzioni in materia di lavoro siano proporzionate, è dotato di efficacia immediata e può, quindi, essere invocato dai singoli nei confronti di uno Stato membro che non ne faccia corretta applicazione.

Per la sentenza, in particolare, spetta al giudice nazionale applicare concretamente tale principio, disapplicando la norma interna e rimodulando la sanzione - senza indebolire l’efficacia e il potere dissuasivo della stessa - sino a un importo congruo, in modo da dare concreta attuazione al requisito di proporzionalità.

Secondo la Corte, tale soluzione non comporta né un eccesso di discrezionalità in capo al giudice nazionale né un contrasto con i principi di certezza del diritto, in quanto la sanzione è comunque adottata in applicazione della normativa comunitaria.

Su tali presupposti, la CGUE, in accoglimento della questione pregiudiziale, statuisce che il principio del primato del diritto dell’UE impone alle autorità nazionali l’obbligo di disapplicare una normativa interna contraria al requisito di proporzionalità.

A cura di Fieldfisher