1. Il contesto: i primi esiti della sperimentazione della “via italiana al duale”.
L’impegno profuso dai tanti soggetti impegnati nell’attuazione del progetto sperimentale previsto dall’art. 32 del d. lgs. n. 150/2015 (Stato, Regioni, istituzioni scolastiche e formative, associazioni datoriali e sindacali), ha portato a risultati importanti ma considerati non sufficienti (e certamente ancora lontani dal modello tedesco a cui ci si è ispirati). Tra gli interventi più mirati possiamo segnalare quelli previsti dall’art. 32 del d. lgs. n. 150/2015. Quest’ultimo ha avviato, nell’ambito del sistema di IeFP, una sperimentazione che ambisce alla promozione di un più stretto rapporto tra formazione esterna all’impresa e formazione interna all’impresa; esso prevede, infatti, forme di aiuto ai percorsi formativi di IeFP attuati mediante una o più delle seguenti modalità:
a) apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore, con contenuti di applicazione pratica non inferiori al 40% dell'orario ordinamentale per il secondo anno ed al 50% per il terzo e quarto anno;
b) alternanza scuola-lavoro, con periodi di applicazione pratica non inferiore a 400 ore annue (c.d. alternanza rafforzata);
c) impresa formativa simulata, con periodi di applicazione pratica non inferiore a 400 ore annue, quale strumento propedeutico ai percorsi di alternanza scuola lavoro o di apprendistato, con particolare riferimento agli studenti quattordicenni.
Gli esiti del primo anno di sperimentazione, presentati in un Rapporto INAPP del luglio 2017, pongono in evidenza alcuni importanti risultati raggiunti, a partire dagli oltre ventimila giovani coinvolti (v. Tab. 1 nella versione stampabile a piè di pagina) e divenuti ormai circa trentamila al dicembre 2017. Sono evidenti, peraltro, anche i limiti della sperimentazione svolta: le notevoli disomogeneità tra territori, le difficoltà nel promuovere i percorsi di IeFP in apprendistato, il concreto avvio in una sola Regione dei percorsi connessi agli IFTS3. E’ indubbio, quindi, che la sperimentazione sia ancora in una fase di prima implementazione; ciò non consente (e non consentirà ancora per qualche tempo) di percepire pienamente l’impatto delle misure adottate. Ma è evidente, soprattutto che la sperimentazione ha bisogno di essere rafforzata e di poter essere proiettata su un arco di tempo più lungo.
2. I sostegni previsti dalla legge di Bilancio per il 2018.
Molto positivamente la legge di bilancio per il 2018 (legge 27 dicembre 2017, n. 205, commi da 110 a 112 ) si orienta in questa direzione. Le disposizioni citate stanziano risorse in via strutturale:
a) per il finanziamento dei percorsi volti all’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione ed alla formazione (circa 190 milioni di euro all’anno);
b) per il finanziamento dei percorsi formativi in apprendistato per l’acquisizione della qualifica e del diploma professionale (nonché del diploma di istruzione secondaria superiore, del certificato di specializzazione tecnica superiore e dei percorsi formativi rivolti all’alternanza scuola-lavoro) con un importo paria 75 milioni annui (a cui va aggiunto un impegno straordinario per il 2018 pari a 50 milioni);
c) per la copertura dei benefici contributivi riservati ai contratti di apprendistato di cui ai precedenti punti a) e b) sono stanziati 5 milioni per l’anno 2018, 15,8 milioni per l’anno 2019 e 22 milioni a decorrere dall’anno 2020.
Per completezza di informazione si segnala inoltre che le norme citate in precedenza prevedono lo stanziamento (anche in questo caso in via strutturale) di 15 milioni annui per il finanziamento degli altri percorsi formativi in apprendistato professionalizzante e di 5 milioni annui per l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali degli allievi iscritti ai corsi ordinamentali di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP).
A cura di Pier Antonio Varesi – Prof. Ord. di diritto del lavoro Università Cattolica di Piacenza