Un aumento del 4% degli iscritti, rendimenti superiori alla rivalutazione del Tfr e risorse per le prestazioni a quota 222,6 miliardi, in crescita dell’8,2%. Per la previdenza complementare il 2023 si è rivelato un anno di crescita dopo la frenata del 2022 dovuta alle difficoltà mercati finanziari.
A certificarlo è l’ultimo monitoraggio della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) aggiornato al mese di dicembre dal quale emerge che lo scorso anno sono lievitati del 5,7% anche i contributi incassati da fondi chiusi e aperti e dai Pip, Piani individuali pensionistici.
Tutte le tipologie di forme pensionistiche e di comparti registrano in media risultati positivi. I rendimenti sono risaliti facendo registrare un +6,7% nei fondi pensione negoziali, +7,9% nei fondi aperti e 8,3% nei Pip “nuovi”. Per i comparti azionari le performance migliorano ulteriormente: +10% nei fondi negoziali, +11,3% in quelli aperti e +11,4% nei Pip. Nel rapporto dell’Authority si osserva che nelle linee bilanciate i risultati sono stati, in media, «pari al 6,9% nei fondi negoziali, all’8,3% nei fondi aperti e al 7,1% nei Pip», mentre sono stati più contenuti per i comparti obbligazionari e garantiti.
Nel rapporto si afferma che negli ultimi dieci anni (dall’inizio del 2014 alla fine del 2023) i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano intorno al 4-4,5% per tutte le tipologie di forme pensionistiche. In particolare, per le linee bilanciate i rendimenti medi sono compresi tra il 2 e il 3%, mentre le linee garantite e quelle obbligazionarie mostrano risultati vicini allo zero o di poco superiori.