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CNEL : Rapporto su mercato del lavoro e contrattazione collettiva 2024


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Il XXV Rapporto CNEL, presentato il 18 aprile scorso in conformità a quanto previsto dall’art. 10, c. 1, lett. c) Legge 30 dicembre 1986, n. 936, fornisce un ‘analisi dettagliata del mercato del lavoro e della contrattazione collettiva.

Attraverso una lettura critica dei dati disponibili, e avvalendosi del supporto dei principali enti pubblici incaricati alle rilevazioni statistiche, il Rapporto offre una fotografia del mercato del lavoro italiano.

Sa da un lato il Rapporto evidenzia una ripresa del mercato del lavoro dopo la crisi pandemica, con un tasso di occupazione che ha superato i livelli pre-crisi, dall'altro sono ancora presenti diverse criticità strutturali che richiedono un'attenzione immediata e un impegno concreto.

Un occupazione senza crescita – Nel corso del 2023 non si è verificata in Italia una crescita del Prodotto interno Lordo pari a quella dell’occupazione aumentata fino a raggiungere quota 23.580.000 Mil. Il paradosso può trovare spiegazioni nel minore costo del lavoro rispetto agli altri fattori produttivi e nel fattore demografico che vede un costante invecchiamento e riduzione della popolazione in età lavorativa.

Nodo produttività – La comparazione con le dinamiche salariali di Paesi con un cuneo fiscale in linea – o anche superiore – al nostro indica chiaramente come negli ultimi decenni la produttività italiana non sia cresciuta, diversamente da quanto avvenuto in Francia e Germania ( dal 2000 e il 2020 l’ Italia + 0,33% in media all’anno contro l’1% in Germania e lo 0,94 Francia ). Resta pertanto centrale il dibattito sulla dimensione d’impresa nella spiegazione dei risultati economici delle imprese italiane , dove ancora marcata è la presenza di una componente di piccole e piccolissime imprese.  Nonostante ciò l’ ISTAT registra una lenta riduzione del gap italiano rispetto ai paesi più avanzati dovuto alla diminuzione del peso delle piccole e piccolissime imprese MI e all’aumento di quello delle medie e grandi imprese

Occupazione femminile – In un quadro complessivo di crescita dei contratti stabili , il tasso di occupazione ( 70,4 % per la componente maschile e 52,5 % per quella femminile ) resta uno delle principali criticità del mercato del lavoro italiano sia in termini di inclusione, femminile e giovanile, sia in termini di produttività e competitività. 

Occupazione giovanile – Migliora sensibilmente la condizione dei NEET ( giovani di età compresa tra 15 e 29 anni privi di impiego che non frequentano scuola o percorsi di formazione ). Permangono tuttavia rilevanti criticità legate alla transizione scuola- lavoro, all’uso improprio dei tirocini extra-curriculari e all’utilizzo ridotto dell’apprendistato valorizzato più per il risparmio sul costo del lavoro piuttosto che per la sua componente formativa. Evidenze empiriche dimostrano il crescente utilizzo di contratti atipici soprattutto tra i giovani lavoratori.

Disabilità – Valorizzare l’integrazione all’ interno di strategie di business, processi e strutture di governance non risulta facile. Ne sanno qualcosa le persone con disabilità che affrontano ancora numerose barriere che limitano il loro accesso al mondo del lavoro, ostacolando la piena inclusione sociale ed economica.  In questo il sistema delle assunzioni obbligatorie del collocamento mirato ex Legge 68/99 dimostra tutti i suoi limiti. Solo il 12 per cento delle persone con disabilità in Italia è occupato e per giunta con inserimenti principalmente a tempo determinato, in settori informali, senza coinvolgere elevate professionalità e comprendo solo in minima parte il numero degli iscritti alle liste. In questo l'evoluzione del mondo del lavoro, con l'intelligenza artificiale e il lavoro agile, apre nuove opportunità, ma anche nuovi rischi per le persone con disabilità. 

Contrattazione collettiva : ritardo dei rinnovi - I ritardi nei rinnovi dei contratti collettivi di lavoro generano incertezza per i lavoratori e hanno un impatto negativo sul loro potere d'acquisto, erodendo i salari reali a causa dell'inflazione. Per quanto concerne il settore privato, sono 398 su 971 i CCNL rinnovati al 31 dicembre 2023 applicati al 40 per cento dei lavoratori con esclusione del lavoro in agricoltura e di quello domestico.

Dumping contrattuale – Nell’arco di vent’anni dal 2003 ad oggi il numero di contratti depositati presso l’archivio nazionale del CNEL è sensibilmente cresciuto ( da 329 contratti si è passati a 1.033. ) con un aumento imputabile in larga parte a contratti collettivi sottoscritti da categorie sindacali diverse dalle sigle confederali. Nonostante ciò il tasso di copertura dei contratti siglati da CGIL ; CISL e UIL si attesta al 96,3 %.

Prospettive di studio della contrattazione : Lo studio della contrattazione collettiva in Italia resta problematico da diversi punti di vista. Dopo l’implementazione del codice alfanumerico assegnato dal CNEL ha contratti collettivi, e riportato nelle denunce contributive mensili, è il momento di implementare ulteriormente il sistema informativo attraverso il collegamento dell’archivio dei contratti collettivi con il sistema delle comunicazioni obbligatorie presso il Ministero del LAvoro, come del resto già previsto da disposizioni di legge ad oggi in vigore. Per rispondere alle esigenze di studio, il CNEL ricorda anche la necessità di allineare gli strumenti di analisi e monitoraggio del mercato del lavoro, dei mestieri e delle professionalità ( codice ATECO )  con la classificazione dei contratti collettivi nazionali per settore merceologico. Terza ed ultima criticità – probabilmente quella di maggior impatto per chi voglia comprendere il funzionamento dei “sistemi” settoriali di contrattazione collettiva è l’assenza di un database unico e consolidato sulla contrattazione collettiva decentrata, parzialmente monitorata attraverso l’analisi della contrattazione di produttività per l’ incentivazione economica.

Contrattazione collettiva e processo del lavoro - Nonostante la rinnovata centralità dell’archivio della contrattazione collettiva, ancora scarsa è la valorizzazione del ruolo che questo potrebbe avere nell’ambito del processo del lavoro, in tutti quei casi in cui risulta difficoltoso, in primis per il giudice individuare autonomamente il contratto collettivo applicabile.

In prospettiva il CNEL auspica un intervento normativo, da sottoporre al vaglio delle parti sociali, che preveda di sottoscrivere presso il CNEL il testo definitivo del contratto nazionale da depositare nell’archivio. Il deposito,  al pari del procedimento di pubblicazione della Legge, potrebbe conferire al documento una sorta di “fede pubblica”, con le conseguenze che ne derivano sul piano processuale in termini di certezza del diritto e agevolazione probatoria per le parti in causa.