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Blocco dei licenziamenti, proroga CIG e dopo ?? Una “ ri-forma mentis “


ministro del lavoro Catalfo
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Nella giornata di ieri si è tenuto l’ennesimo incontro tra Governo e parti sociali, all’ordine del giorno la proroga del blocco dei licenziamenti e il prolungamento della Cassa integrazione per Covid oltre il 31 gennaio prossimo, almeno fino al 20 marzo, per ulteriori 12 settimane.

Si arriverebbe cosi ad un totale di 18 settimane ( 6+12 ) per un costo stimato di 4 miliardi, in aggiunta ai 2,2 mil già impiegati con il Decreto Ristori, a valere in entrambi i casi sui primi 10 miliardi di fondi europei provenienti da SURE.

Dal mondo datoriale il messaggio è stato univoco. Il binomio integrazioni salariali – blocco licenziamenti, rivelatosi negli ultimi mesi come il fulcro delle politiche emergenziali sul lavoro, ed elemento caratteristico della sola legislazione nazionale, potrà essere prorogato alla sola condizione che non venga attribuiti costi alle imprese.

Vista la salda posizione assunta dai sindacati sul blocco dei licenziamenti , si è fatta strada la possibilità di disegnare un intervento con cui ridurre parte degli oneri addizionali previsti dal Dl Agosto per l'accesso alla Cig Covid-19 e confermati dal DL Ristori. Due i possibili interventi: la riduzione dell'onere aggiuntivo previsto per quelle imprese che non lamentano un calo di fatturato superiore al 20% o, in alternativa, una decontribuzione del costo del lavoro che alleggerisca la quota di contributi a carico delle aziende.

In entrambi i casi lo Stato sarebbe pronto a farsi carico di ulteriori oneri rispetto a quelli già previsti.

Una piena convergenza è stata invece trovata sulla necessità di accostare ad interventi emergenziali mirati, una riforma complessiva delle politiche attive e degli ammortizzatori sociali . Nel mese di luglio, è stata fatta una prima proposta di riforma che, oltre a prevedere da subito la distinzione tra crisi da ristrutturazione aziendale da quelle di strutturale insostenibilità, ha avanzato la necessità di nuove politiche attive del lavoro strettamente legate all’utilizzo degli ammortizzatori sociali per garantire una maggiore rioccupabilità.

L’emergenza ha relegato ormai da diversi mesi una parte rilevante di lavoratori a casa, molti di loro assistiti da sussidi statali, senza che gli venisse data la possibilità di impiegare al meglio il periodo di sospensione con attività funzionali ad un eventuale re-impiego.

In questa direzione è stata particolarmente apprezzata la costituzione del Fondo Nuove Competenze, introdotto con il Decreto Rilancio e rafforzato con il Decreto Agosto. Lo strumento potrebbe rappresentare un’importante opportunità per imprese e lavoratori, legando l’organizzazione del lavoro alla formazione. E’ necessario però che in tempi brevi possa prendere avvio la fase operativa, con la pubblicazione da parte di Anpal dell’Avviso per l’accesso allo strumento e che le procedure siano snelle e veloci”.

Ad ogni modo l’obbiettivo è uscire dalla logica del mero sussidio economico ma per questo non sarà sufficiente la sola riforma delle politiche attive, né tanto meno la riforma degli ammortizzatori sociali, bisognerà pensare ad una vera e propria “ ri-forma mentis ”.

ACDR