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EU GUIDANCE: BACK TO WORK


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L’Unione Europea ha pubblicato linee-guida, non vincolanti, volte a dare indicazioni e consigli a lavoratori e datori di lavoro per la ripresa del lavoro in sicurezza, nella consapevolezza che la pandemia da COVID-19 ha ormai irreversibilmente mutato l’approccio alla sicurezza sul lavoro.

Le linee guida forniscono indicazioni sui seguenti aspetti:
a. Valutazione del rischio e misure adeguate;
b. Coinvolgimento dei lavoratori;
c. Tutela dei lavoratori che sono stati contagiati;
d. Pianificazione e formazione per il futuro;
e. Adeguatezza dell’informazione;
f. Informazioni per settori e mansioni.

a) Valutazione del rischio e adozione di misure adeguate
Si ribadisce come l’esplosione del contagio costituisca una situazione che deve essere oggetto di valutazione del rischio da parte dei datori di lavoro, da affrontare con il necessario coinvolgimento di lavoratori e sindacati.

Il primo passo da compiere al fine di garantire la sicurezza sul lavoro è, dunque, quello di procedere con l’aggiornamento della valutazione dei rischi.

Il secondo passo consiste nella pianificazione in ordine all’adozione di misure adeguate, quali:

- Minimizzazione del rischio da esposizione al Covid-19 sul luogo di lavoro
Al riguardo, l’UE sottolinea l’importanza di implementare la gerarchia dei controlli, adottando misure finalizzate ad eliminare il rischio o, laddove ciò non fosse possibile, a minimizzarlo, partendo dalla previsione di misure collettive, integrandole, se necessario, con misure individuali, come i dispositivi di protezione personali.
Le linee-guida individuano, come segue, alcuni esempi di misure di controllo, nella consapevolezza della loro inapplicabilità a tutti i posti di lavoro e mansioni, in ragione della ampia diversità di tipologie esistenti:
• Portare avanti solo il lavoro essenziale, rinviando a tempi meno rischiosi parte delle attività, minimizzando il più possibile la presenza di lavoratori e terzi sul luogo di lavoro;
• Ridurre il più possibile il contatto tra lavoratori riorganizzando gli spazi interni al luogo di lavoro ma soprattutto incentivando lo smart-working, in particolare dei lavoratori fragili;
• Eliminare, o comunque limitare, il contatto fisico tra clienti;
• Effettuare la consegna delle merci al di fuori degli spazi aziendali e, comunque, fornire igienizzanti;
• Nel caso in cui non sia possibile garantire 2 metri di distanza fra le postazioni di lavoro, isolare ciascuna postazione con barriere. Se il montaggio di barriere non fosse possibile, garantire che vi siano almeno due posti vuoti prima e dopo ciascun posto occupato;
• Adottare misure che evitino il contatto nei luoghi chiusi, anche prevedendo turni e orari nella frequentazione degli spazi di ristoro. Assicurarsi che solo un lavoratore alla volta acceda in bagno o spogliatoi;
• Fornire sapone e disinfettanti. Consigliare ai dipendenti di lavarsi spesso le mani;
• Evitare il carico di lavoro agli addetti alle pulizie, al fine di evitare che vengano in contatto con materiale toccato da altri;
• In caso di identificazione di un rischio di infezione, fornire ai propri lavoratori dispositivi di protezione, come maschere e guanti;
• Esporre comunicazioni che incoraggino i lavoratori a stare a casa in caso di febbre o tosse;
• Facilitare l’uso di mezzi di trasporto individuali, mettendo ad esempio a disposizione parcheggi o incoraggiando i lavoratori a camminare, ove possibile;
• Adottare misure di lavoro flessibile, al fine di evitare la presenza sui posti di lavoro.

- Ripresa del lavoro dopo un periodo di chiusura
Nel caso in cui il luogo di lavoro sia stato chiuso in ragione della pandemia, effettuare un piano per la ripresa che tenga conto della salute e sicurezza dei lavoratori:
• Aggiornare la valutazione dei rischi;
• Effettuare adattamenti logistici e organizzativi, informando i lavoratori delle nuove procedure effettuando una adeguata formazione prima della ripresa;
• Discutere il piano di ripresa con il consulente in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
• Porre particolare attenzione ai lavoratori fragili;
• Considerare di adottare misure di supporto per i lavoratori che soffrono di ansia e stress, fornendo informazioni sulle possibili forme di supporto e informandoli sulle misure prese,

- Fare fronte ad un alto tasso di assenza
In caso di isolamento o contagio di alcuni lavoratori potrebbe verificarsi un elevato tasso di assenza sul luogo di lavoro.
In tal caso:
• Non sovraccaricare di lavoro i presenti, rispettando le regole e gli accordi sull’orario di lavoro e periodi di ferie e consentire ai lavoratore la “disconnessione” al di fuori dell’orario di lavoro;
• In caso di assegnazione di mansioni diverse, fornire formazione supplementare e supporto.

- Gestire i lavoratori in home-working
Con riferimento ai lavoratori che si sono trovati per la prima volta ed improvvisamente a lavorare da casa, senza averne mai avuto alcuna esperienza al riguardo, sono fornire alcune indicazioni:
• Effettuare una valutazione dei rischi che coinvolga i lavoratori ed i sindacati;
• Consentire ai lavoratori di portare a casa gli strumenti necessari per l’espletamento del lavoro;
• Fornire ai telelavoratori una guida su come allestire una postazione di lavoro a casa;
• Incoraggiare i lavoratori a prendersi una pausa ogni 30 minuti;
• Fornire supporto tecnologico;
• Assicurarsi che vi sia una buona comunicazione aziendale a tutti i livelli, inclusiva dei telelavoratori;
• Non sottovalutare il senso di isolamento in cui possono trovarsi i telelavoratori. Incoraggiare la comunicazione ed il contatto telefonico, anche informale, fra colleghi. Considerare la rotazione sul posto di lavoro;
• Considerata la oggettiva difficoltà di lavorare da casa, in presenza ad esempio di figlio o persone anziani, adottare una maggiore flessibilità in termini di ore di lavoro e produttività, di cui i lavoratori devono essere consapevoli;
• Porre precisi confini tra lavoro e tempo libero, comunicando chiaramente ai lavoratori quando ci si aspetta che lavorino e siano disponibili.

b) Coinvolgimento dei lavoratori
Se il coinvolgimento di lavoratori e sindacati nella gestione e sicurezza del lavoro è necessaria in condizioni normali, lo è ancor di più nell’attuale situazione emergenziale.
Assicurarsi che i lavoratori somministrati abbiano le medesime informazioni dei dipendenti.

c) Tutela dei lavoratori che sono stati contagiati
Le persone che hanno contratto la malattia necessitano di una particolare tutela anche dopo che siano stati dichiarati idonei al lavoro.
Tali lavoratori potrebbero avere necessità che il lavoro subisca modifiche e avere bisogno di tempo per effettuare la riabilitazione. Chi è stato in terapia intensiva potrebbe dovere affrontare specifiche difficoltà.
In tal caso il medico curante del lavoratore ed il servizio sanitario dovrebbero fornire indicazioni su tempi e modalità di ripresa del lavoro laddove si verificassero i seguenti eventi:
• Atonia muscolare. Si verifica nel 30-50% dei casi in cui le persone sono state in terapia intensiva ed è comparabile ad un disagio da stress post-traumatico;
• Problemi di memoria e concentrazione: Potrebbero sorgere problemi di difficoltà di memoria, concentrazione, inadeguatezza della performance;
• Difficoltà a riprendere il lavoro. Da un quarto a un terzo di coloro che sono stati in terapia intensiva hanno sviluppato una difficoltà nella ripresa del lavoro, indipendentemente dall’età. Circa la metà dei pazienti hanno bisogno di un anno prima di riprendere il lavoro e fino ad un terzo potrebbero decidere di non tornare più.
Va, inoltre, valutato il rischio che chi è stato infettato da Covid-19 potrebbe essere vittima di isolamento e discriminazione.

d) Pianificazione e formazione per il futuro
E’ importante che per il futuro siano elaborati piani emergenziali in caso di chiusura improvvisa e ripresa dell’attività aziendale.
Anche le piccole aziende possono predisporre una checklist nell’evenienza in cui simili eventi si verifichino nuovamente in futuro.
Le imprese che hanno fatto ricorso al telelavoro per la prima volta possono mettere a frutto l’esperienza, considerando la possibilità di adottare tale forma flessibile di lavoro anche per il futuro.

e) Adeguatezza dell’informazione
L’elevata mole di informazioni sul Covid-19 può rendere difficoltoso distinguere l’attendibilità delle notizie.
Si sollecita, quindi, la raccolta delle informazioni dalle fonti ufficiali, quali:
• Organizzazione mondiale della sanità
• Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie
• Commissione europea
• Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro Considerare, inoltre, le fonti specializzate indicate dai Ministri nazionali della salute e del lavoro.

f) Informazioni per settori e mansioni
Un elevato rischio di infezione da Covid 19 proviene da persone le cui mansioni lavorative comportano il contatto fisico.
A parte i lavoratori della sanità e della cura residenziale e privata, lavoratori a rischio sono per esempio quelli che operano nei settori dell’approvvigionamento alimentare e vendita al dettaglio, raccolta dei rifiuti, servizi pubblici, polizia e sicurezza e trasporti pubblici.
Così come alcuni Paesi hanno ridotto il lavoro in alcuni settori prima di altri – sospendendo l’educazione, il divertimento e l’intrattenimento prima, e l’industria e le costruzioni poi – il rientro a lavoro potrebbe essere sfalsato, in ordine inverso.
Al riguardo, il documento si conclude con una lista di tali attività.

Avv. Silvia Lucantoni - Filedfisher