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ISTAT : Nessuna rivalutazione sui contributi per la pensione


Niente rivalutazione dei contributi per la pensione. L’ ISTAT con nota del 7.09.2021 ha reso noto che il coefficiente di rivalutazione risulta inferiore all’unità a causa dell’andamento negativo del PIL nominale. Ciò significa che, per le pensioni con decorrenza successiva al 1° gennaio 2022, i montanti contributivi accumulati sino al 31.12.2020 non verranno rivalutati. 

Con nota del 7 ottobre scorso l’ Istituto Nazionale di Statistica ha comunicato che il tasso medio del prodotto interno lordo degli ultimi cinque anni è risultato pari a - 0,000215 e, pertanto, il coefficiente di rivalutazione dei montanti contributivi risulta pari a 0,999785. 

L’ indice era risultato negativo solo nel 2014 quando il Governo intervenne con il DL 65/2015 dando seguito a sentenza della Corte Costituzionale in tema di rivalutazione delle pensioni, e stabilendo che il coefficiente in questione non potesse essere inferiore a uno, salvo recupero da effettuare sulle rivalutazioni successive . In assenza di tale previsione, i montanti subirebbero una decurtazione pari all’andamento negativo dell’economia. 

Si ricorda che il montante contributivo è pari al 33% delle retribuzioni percepite dal dipendente, rivalutate annualmente in funzione dell’indice PIL. Il montante accumulato, a fine carriera lavorativa, diventa quota retributiva di pensione attraverso l’applicazione di coefficienti legati all’età posseduta dal lavoratore al momento dell’accesso alla prestazione. Tali coefficienti sono attualmente compresi tra il 4,186 e il 6,466 per assicurati con età pari o superiori a 71 anni. 

In assenza di interventi legislativi simili a quello del 2014, il coefficiente che verrà reso noto alla fine del 2022 dovrà tenere conto dello 0,0215 % attualmente congelato.

Fonte: ISTAT