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A che punto siamo con la spesa di fondi UE? Ipotesi rifinanziamento SURE


grafica fondi UE aiuti di stati SURE
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Secondo le indicazioni fornite a ANSA da Luca Visentini, segretario della Confederazione dei Sindacati europei (Etuc) dopo un colloquio avuto con il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, molto probabilmente il piano europeo per la ripresa e resilienza non sarà operativo prima della prossima estate. La Commissione sta quindi valutando un rifinanziamento di SURE per garantire tutela all’occupazione di 40 milioni di lavoratori europei coinvolti nel secondo lockdown.

La notizia arriva dopo che, il 27 ottobre scorso, la Commissione UE ha erogato in totale 17 miliardi di euro a Italia, Spagna e Polonia nella prima tranche di sostegno finanziario agli Stati Membri nell’ambito di SURE, finanziati con l’emissione di obbligazioni sociali con un rating elevato ( 10 miliardi con scadenza 2030 e una da 7 miliardi con scadenza 2040 ) . Nel quadro delle operazioni l’ Italia ha ricevuto 10 miliardi di euro, le fa seguito la Spagna con 6 miliardi e la Polonia con 1 miliardo. Una volta completate le erogazioni l’ Italia riceverà una somma complessiva pari a 27,4 miliardi. Una cifra considerevole in termini assoluti ma che riesce a coprire solo una minima parte dei costi dei regimi nazionali di riduzione dell’orario di lavoro e di altre misure di sostegno al reddito e l’occupazione ( in Italia la prima tranche di aiuti SURE andranno a finanziare le sei settimane di ammortizzatori sociali del DL Ristori ).

Per rendere l’idea del fabbisogno, l ‘Italia a seguito delle misure emergenziali introdotte a sostegno del reddito nel periodo intercorrente tra marzo e agosto 2020 ha visto erogare dall’ INPS prestazioni per un totale di 22,6 miliardi, a favore di una platea di 13,9 milioni di beneficiari, di cui 6,4 milioni erano lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni ( CIG ) per un monte ore autorizzato di 2,8 miliardi.

Con un ritmo di spesa da 25 miliardi a semestre per le sole prestazioni di cassa integrazione, l’ Italia necessiterebbe di almeno una trentina di miliardi sino a giugno prossimo. Al momento SURE può fornire fino a 100 miliardi di euro, di cui 87,9 miliardi di euro sono stati già approvati dal Consiglio, sulla base delle proposte della Commissione.

Quello del rifinanziamento di SURE è solo un primo problema. In diversa misura riguarda, non solo l’Italia ma tutti gli Stati membri. La vera preoccupazione è un’altra e consiste nella scarsa capacità, tutta italiana, di impiegare in maniera proficua i Fondi comunitari messi a disposizione dalle istituzioni europee.

I dati della Commissione europea evidenziavano già a dicembre 2018 un Italia agli ultimi posti della classifica europea nell’utilizzo dei fondi SIE ( nb. Fondi strutturali ), con un 25esimo posto (su 28) per tasso di risorse impegnate – pari al 56% circa degli oltre 75 miliardi di euro assegnati – rispetto ad una media UE del 63%. Risultava invece quartultima – assieme alla repubblica slovacca – per spesa certificata, il cui tasso toccava il 17%, rispetto ad una media Ue del 23%.

Come evidenziato dalla Corte dei Conti UE nella relazione annuale sull'esercizio finanziario dell' Unione, la situazione è addirittura peggiorata nel 2019, quando con un ritardo ormai cronico nell'impiego delle risorse messe a disposizione dall' Unione, l' Italia si è attestata in penultima posizione, seguita dalla sola Croazia, per livelli di assorbimento dei fondi UE al 30% rispetto ad un 40 % della media europea.

Con questi risultati poco entusiasmanti quale sarà la capacità d’assorbimento dei fondi UE, strutturali e non, quando dovranno essere impegnati in solo 2 anni un quantitativo di risorse pari a quattro volte i finanziamenti strutturali ricevuti anni addietro?? Riusciremo a spendere, e bene, i soldi del Next Generation UE ?? Per passare dalle parole ai fatti servono riforme e sforzi sinergici.

ACDR