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Decreto Lavoro : tutte le misure nella bozza di decreto all’esame del CDM


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Sono numerose le novità che l'attuale Governo intende introdurre con il “ Decreto Lavoro “.

La bozza di decreto, qui allegata e attesa in Consiglio dei Ministri in una delle prossime riunioni, interviene sulle misure di sostegno e inclusione con una revisione del reddito di cittadinanza. Importanti novità riguardano le causali del contratto a termine e i più recenti obblighi informativi introdotti con il Decreto Trasparenza. Previsto inoltre un nuovo incentivo per agevolare le assunzioni di giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni di età , oltre alla proroga del contratto di espansione e il rifinanziamento del Fondo Nuove Competenze. Completano il quadro diversi interventi sul D.Lgs. n. 81/2008 in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. 

CONTRATTI A TERMINE : 

L’obbiettivo è quello di ridimensionare il sistema delle causali dei contratti a tempo determinato applicato ai contratti di durata superiore ai 12 mesi. La previsione di un termine nei contratti di lavoro di durata superiore all’anno deve attualmente essere giustificata da esigenze temporanee e oggettive estranee all’attività ordinaria; sostituzione di lavoratori ; incrementi temporanei e significativi dell’attività che giustifichino il ricorso al contratto a tempo determinato ( Decreto Dignità: durata e causali del contratto a termine ).

L’intervento previsto dalla bozza opera una  sostituzione delle causali attualmente in vigore con :

  • specifiche esigenze previste dai contratti collettivi stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, ovvero dalle rappresentanze sindacali aziendali o dalla rappresentanza sindacale unitaria; 
  • specifiche esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti in assenza della previsione della contrattazione collettiva, previa certificazione delle stesse presso una delle apposite commissioni; 
  • esigenze sostitutive di altri lavoratori.

OBBLIGHI INFORMATIVI : 

L’intervento mira alla semplificazione delle informazioni e degli obblighi di pubblicazione recentemente introdotti dal DL Trasparenza in merito al rapporto di lavoro.  

In particolare le informazioni inerenti l’orario di lavoro e la sua programmazione, e quelle sul periodo di prova potranno essere comunicate al lavoratore con l’indicazione del riferimento normativo o della contrattazione collettiva, anche aziendale, di riferimento. 

Il datore di lavoro sarà comunque tenuto a consegnare o a mettere a disposizione del personale, anche mediante pubblicazione sul sito web, i contratti collettivi nazionali, territoriali e aziendali, nonchè gli eventuali regolamenti aziendali applicabili al rapporto di lavoro.

INCENTIVO PER ASSUNZIONI UNDER 30 : 

La nuova agevolazione sarebbe rivolta in particolare ai NEET, Not in Education, Employment or Training, cioè i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni privi di impiego, non inseriti in percorsi di istruzione o di formazione. 

A differenza dei precedenti incentivi in forma di esonero, anche totale, dal versamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, qui la misura andrebbe a intervenire direttamente sulla retribuzione. I datori di lavoro privati che assumono under 30 registrati al programma Iniziativa occupazione giovani dovrebbero poter beneficiare di “uno sgravio pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali”. 

In caso di cumulo con l'esonero contributivo già in vigore fino a fine anno per chi assume a tempo indeterminato giovani under 36, sarebbe prevista una decurtazione del nuovo incentivo: il bonus under 30 risulterebbe quindi pari al 20% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. 

Il bonus assunzioni per i NEET, applicabile ai contratti a tempo indeterminato e di apprendistato professionalizzante stipulati tra il 1° giugno e il 31 dicembre 2023, dovrebbe essere riconosciuto per un massimo di 12 mesi e fruito mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili. Anche le assunzioni a scopo di somministrazione dovrebbero rientrare nell'incentivo, escluso invece per i rapporti di lavoro domestico. 

A gestire la misura dovrebbe essere, come di consueto l'INPS, responsabile di accogliere le domande e riconoscere il diritto al bonus nei limiti delle risorse disponibili, pari a 80 milioni per il 2023 e a circa 52 milioni per il 2024. Risorse che provengono dal Programma operativo Iniziativa occupazione giovani (PON IOG) 2014-2020, che in Italia ha dato attuazione all'iniziativa europea Garanzia Giovani. 

OMESSO VERSAMENTO CONTRIBUTI : 

Nell'attuale formulazione del decreto, modifiche sono previste alla disciplina delle sanzioni amministrative in caso di omesso versamento delle ritenute previdenziali, che vengono commisurate da una volta e mezza a quattro volte l’importo omesso. 

CONTRATTO DI ESPANSIONE : 

Nell’attuale bozza è prevista la proroga al 2025 della facoltà di avviare procedure di consultazione sindacale finalizzate alla stipula del contratto di espansione. Resta fermo il limite minimo di cinquanta unità lavorative in organico anche nell’ipotesi di aggregazione di imprese. 

Per consentire fino al 31 dicembre 2023 l’attuazione dei piani di rilancio di gruppi di imprese che occupano più di mille dipendenti, dovrebbe essere prevista, per i contratti di espansione stipulati entro il 31 dicembre 2022 e non ancora conclusi, la possibilità di concludere, in sede ministeriale, un accordo integrativo finalizzato a rimodulare le cessazioni con un accesso dilazionato allo scivolo pensionistico entro un arco temporale massimo di 12 mesi. 

GARANZIA PER L’INCLUSIONE : 

A differenza di quanto prospettato nei mesi scorsi, non sarebbe la Misura per l’Inclusione Attiva (MIA) a sostituire il Reddito di cittadinanza, bensì la Garanzia per l’Inclusione (GIL): un nuovo aiuto economico previsto dal decreto Lavoro, caratterizzato da requisiti Isee diversi e più restrittivi rispetto alla precedente aiuto. 

Parallelamente a GIL dovrebbero prendere forma anche due nuovi strumenti di sostegno che prevedono l’erogazione di importi più bassi, cioé la Prestazione di accompagnamento al lavoro (PAL) e la Garanzia per l'attivazione lavorativa (GAL). 

Come per il Reddito di cittadinanza, anche la Garanzia per l'Inclusione dovrebbe essere riconosciuta alle famiglie e non ai singoli cittadini. 

Per poter richiedere il sussidio nei nuclei familiari dovrebbe essere presente almeno un componente con disabilità, un minore, un soggetto con almeno 60 anni o con una patologia riconosciuta per l’accesso all’assegno di invalidità civile, anche temporaneo. 

Inoltre, per ottenere l’aiuto economico le famiglie dovrebbero possedere congiuntamente un valore dell'ISEE non superiore ai 7.200 euro e un valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, soglia da incrementare in base al numero di componenti della famiglia. Tra i parametri di riferimento da rispettare ci sarebbero anche il valore del patrimonio immobiliare e mobiliare. 

L’importo dalla Gil dovrebbe essere pari a 6.000 euro l'anno, vale a dire 500 euro al mese moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. Il sussidio potrebbe essere integrato fino a 3.360 euro - cioè 280 euro extra al mese - come contributo affitto. 

Il sussidio dovrebbe essere erogato mensilmente per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e potrebbe essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di 12 mesi. 

Parallelamente alla GIL, il decreto Lavoro dovrebbe prevedere anche l’introduzione di due nuove misure che danno diritto a un'indennità di 350 euro al mese. 

La prima è la Prestazione di accompagnamento al lavoro (PAL), una misura transitoria prevista da settembre 2023 e fruibile fino alla fine dell'anno. I potenziali beneficiari del PAL sarebbero gli 'occupabili' che attualmente percepiscono il Reddito di cittadinanza e che, al momento della scadenza dei 7 mesi di fruizione del sussidio previsti dalla Legge di Bilancio 2023, hanno sottoscritto il Patto per il lavoro e sono inseriti in misure di politica attiva del lavoro. Questi soggetti, quindi, dovrebbero continuare a ricevere un aiuto economico ma con importi inferiori. 

L’altra è la Garanzia per l’attivazione lavorativa (GAL), destinata a coloro che appartengono a nuclei familiari che non hanno i requisiti per richiedere la Garanzia per l’Inclusione. Secondo le anticipazioni, potrebbero richiederla i cittadini con un’età compresa tra i 18 e i 59 anni e con un ISEE non superiore a 6.000 euro. In questo ultimo caso, all’interno della famiglia sarebbe possibile richiedere il sostegno economico al massimo da parte di due persone, ma per la seconda l’importo sarebbe pari a 175 euro. Il periodo di copertura arriverebbe a un massimo di 12 mesi senza rinnovo. 

SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO : 

Nella bozza di decreto è prevista l’istituzione di un Fondo pEr l’indennizzo ai familiari di vittime di infortuni in occasione di attività formative . Ad essere assicurati saranno gli studenti di ogni ordine e grado, anche privati, compresi quelli impiegati in percorsi di istruzione e formazione professionale come l’alternanza scuola – lavoro. 

L’istituzione del fondo è prevista a fronte dei numeri di denunce di infortunio in castante crescita negli ultimi tre anni. Secondo le stime riportate nella relazione tecnica allegata al decreto nel 2021 sono state 256 le denunce di infortunio di studenti impegnati in percorsi di scuola lavoro e nel 2022 i numeri registrati sono più che triplicati attestandosi su 2.103 denunce. Le tutele INAIL saranno estese anche ai docenti e al resto del personale del Sistema nazionale di istruzione e formazione. 

Un nuovo obbligo è quello che riguarda il medico competente tenuto a richiedere al lavoratore, in occasione delle visite di assunzione, la cartella sanitaria rilasciata dal precedente datore di lavoro, ai fini del rilascio del parere di idoneità. La nomina del medico competente diventerà obbligatoria ogniqualvolta la valutazione dei rischi ne suggerisca la presenza.

LAVORO DOMESTICO :

Anche i lavoratori domestici dovranno sottoporsi alla sorveglianza sanitaria , mentre per i datori di lavoro è previsto un nuovo tetto, pari a 3.000 euro, per la deducibilità dei contributi versati agli addetti ai servizi domestici