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XXIII ° Rapporto INPS : Sul bilancio previdenziale pesano le pensioni anticipate


Anche nel 2024, il XXIII° Rapporto annuale dell’ Istituto Nazionale di Previdenza Sociale si configura come un documento di riferimento fondamentale per l’analisi delle dinamiche previdenziali; sociali ed economiche che di anno in anno caratterizzano l’ Italia.  

In un contesto segnato da sfide significative, quali invecchiamento della popolazione , calo demografico e transizioni ecologica e digitale, il Rapporto offre un istantanea del mercato del lavoro e del sistema previdenziale a partire dalle banche dati INPS.

Pensioni : Focus sulle anticipate  - Per quanto nel breve-medio periodo la tenuta del sistema non è messa in discussione, le previsioni Eurostat, relative agli andamenti demografici nell'unione Europea, fanno presagire un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti, con rischi crescenti di squilibri per i sistemi previdenziali, soprattutto per quei Pesi , come l’ Italia , dove la spesa previdenziale è relativamente elevata.

Il rapporto evidenzia come la generosità del nostro sistema previdenziale  venga sottolineata anche dal confronto con gli altri stati europei. Sebbene l’Italia abbia (insieme a Francia, Danimarca e Grecia) l’età legale di accesso alla pensione più alta dell’Ue (67 anni), l’età effettiva di pensionamento è ancora relativamente bassa (64,2), a causa dell’esistenza di numerosi canali di uscita anticipata dal mercato del lavoro.  Nel 2023, infatti, con Quote ; Opzione Donna e Ape Sociale di pensioni anticipate ne sono state erogate 6.906.641, con un importo medio di 2.034,45 € , più del doppio di quelle di vecchiaia e ai superstiti, impegnando oltre la metà della spesa pensionistica totale.

Ulteriore elemento evidenziato dall’ INPS riguarda gli importi medi delle pensioni, misurati con il tasso di sostituzione, ovvero il rapporto tra pensione e ultimo stipendio percepito prima del pensionamento. In Italia è stimato al 59%, quasi 14 punti percentuali sopra la media Ue. In Europa fanno di meglio solo Grecia, Spagna e Portogallo (75,9%, 74,8% e 69,3%). Il tutto, ovviamente, ha un forte impatto sulla spesa pensionistica: nel 2021, ultimo anno in cui sono disponibili dati di confronto, le pensioni valevano il 16,3% del Pil italiano (dato inferiore solo a quello della Grecia), a fronte di una media europea del 12,9%.

Disparità di genere – A partire dall’analisi dei dati in proprio possesso, l’ INPS evidenzia come, dopo la nascita del primo figlio, le donne sperimentino una riduzione salariale particolarmente significativa nell’anno di nascita e in quello successivo. Dopo quattro anni dalla maternità, annotano gli analisti dell’Inps, i redditi riprendono a crescere in maniera simile a quanto avviene per quelli percepiti dalle donne senza figli.

Più precisamente nell’anno della maternità le donne subiscono un calo del reddito annuo di circa il 76 per cento, mentre per gli uomini si osserva un incremento salariale di circa il 6 per cento. Per gli uomini, invece , la nascita di un figlio non interferisce con il trend crescente e a 7 anni dall’evento si osservano incrementi prossimi al 50 per cento. 

Un ulteriore fenomeno da osservare in merito alle disparità uomo – donna è l’uscita dal mondo del lavoro. Prima della nascita di un figlio la probabilità di uscita dal lavoro è simile per uomini e donne con l'8,5%-9% per i primi e il 10,5%-11% per le seconde, mentre nell'anno di nascita la percentuale sale al 18% per le donne e scende all'8% per gli uomini. A sette anni dalla nascita del figlio la probabilità di uscita dal lavoro è del 5% per gli uomini e del 10% per le donne.

L’importo degli assegni pensionistici – La disparità si riflette anche sugli importi degli assegni pensionistici. Al 31 dicembre 2023 i pensionati erano circa 16,2 milioni, di cui 7,8 milioni di maschi e 8,4 milioni di femmine per un importo lordo complessivo delle pensioni erogate di 347 miliardi di euro. Inps chiarisce come il reddito medio da pensione per gli uomini sia superiore del 35% di quello delle donne.

Sebbene rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52%), secondo quanto riportato nel rapporto, le donne percepiscono il 44% dei redditi pensionistici, ovvero 153 miliardi di euro contro i 194 miliardi dei maschi. L'importo medio mensile dei redditi da pensione degli uomini e superiore a quello delle donne di circa il 35%, con una media maschile di 2.056,91€ a fronte di 1.524,35€ per le donne.

Retribuzioni e potere d’acquisto – L’ INPS rileva che, nonostante le misure governative messe in capo dal 2021 ad oggi ( esonero contributivo,  trattamento integrativo, modifiche alle aliquote e alle detrazioni ), al notevole recupero occupazionale non è corrisposto un incremento dei redditi e delle retribuzioni tali da compensare pienamente la perdita di potere d’acquisto conseguente all’aumento dell’inflazione. Secondo le stime dell’ Istituto si è registrato un aumento lordo dei salari del 6,8 per cento , a fronte di un aumento dei prezzi attorno al 15 – 17 per cento.

Giovani - A fronte di una retribuzione media annua di fatto pari nel 2023 a quasi 26 mila euro per i lavoratori dipendenti sia pubblici che privati  , i giovani sotto i 30 anni guadagnano poco più di 14 mila euro, quindi poco di più della metà. Inoltre, in tale fascia d'età, i dipendenti pubblici guadagnano circa 6-7 mila euro di più dei loro coetanei del settore privato. Evidenzia però l’ INPS che, tanto nel pubblico quanto nel privato, la retribuzione degli under 30 è aumentata negli ultimi 4 anni di 8,4 punti percentuali a fronte di un 6,8 per tutte le altre classi di età.

Reddito di cittadinanza -  L'Inps ha intercettato nel 2023 oltre 266mila domande di Reddito di cittadinanza a rischio frode con il risparmio di 1,05 miliardi. L’istituto ha presentano il Sistema di Business Intelligence per la legalità e la lotta agli abusi (Sibilla) che "permette di intercettare, tramite scenari di rischio, comportamenti fraudolenti già posti in essere o anche solo potenziali attraverso l'analisi e l'elaborazione statistica dei dati." Sibilla applicato al Reddito di cittadinanza nel 2023, spiega l'Inps, ha intercettato 266.105 domande per un importo medio di 562,78 euro per 7 mensilità per un totale di risparmio che supera il miliardo.

A cura di WST Law & Tax