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ISTAT : Inverno demografico e previsioni della forza lavoro. Calo di 10 punti percentuali al 2050


Il rapporto pubblicato da Istat delinea un quadro dettagliato e preoccupante delle profonde trasformazioni demografiche in atto in Italia, incentrando l'attenzione sulle loro rilevanti implicazioni per il mercato del lavoro. L'elemento centrale è il progressivo invecchiamento della popolazione, che, unito al calo delle nascite e all'allungamento dei tempi di formazione, sta riducendo drasticamente la quota di popolazione in età lavorativa (15-64 anni). Si prevede che questa fascia demografica cruciale scenda dal 63,5% del 2024 al 54,3% nel 2050, una contrazione che pone serie sfide alla capacità produttiva e alla sostenibilità del sistema di welfare nazionale.

Nonostante questo sensibile calo demografico, le previsioni mostrano un dato in controtendenza: il tasso di attività (la propensione a partecipare al mercato del lavoro) è in aumento. Trainato in modo significativo dalla maggiore partecipazione femminile, il tasso totale è destinato a salire dal 66,6% del 2024 al 73,2% nel 2050. Sebbene l'incremento riduca il divario di genere, il rapporto sottolinea che l'Italia rimarrà comunque indietro rispetto ad altri grandi Paesi europei e che le donne continueranno a presentare un tasso di attività nettamente inferiore a quello maschile.

Un aspetto cruciale evidenziato è la persistenza di ampi divari territoriali. L'incremento del tasso di attività vedrà una forte convergenza tra Nord e Centro (che raggiungeranno il 77-78%), ma il Mezzogiorno si attesterà soltanto al 61,9% nel 2050, mantenendo inalterata la distanza dal resto del Paese.

In termini assoluti, la riduzione della popolazione 15-64 anni è inevitabile (-21%), portando a un calo delle Forze di Lavoro (circa -13%). Tuttavia, è importante notare che la diminuzione maggiore si verificherà tra gli inattivi (soprattutto donne), un dato che riflette l'aumento della propensione alla partecipazione.

In conclusione, il rapporto Istat traccia un percorso in cui la contrazione demografica è in parte mitigata da una maggiore attivazione della popolazione in età lavorativa. Tuttavia, le previsioni mettono in luce la fragilità del sistema economico e sociale, accentuata dalle marcate disparità territoriali che si prevede rimarranno strutturali, in particolare tra Centro-Nord e Mezzogiorno.

Il documento funge da monito per la necessità di politiche che mirino non solo a sostenere l'occupazione, ma anche a intervenire sui fattori demografici e strutturali che condizionano la partecipazione al mercato del lavoro. 

a cura della Redazione