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Banca d'Italia - Relazione annuale sul 2023


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LA Banca d'iItalia ha pubblicato la relazione annuale 2023 a nella quale evidenzia esortazioni per il nostro Paese e per il contesto internazionale.

Nell’area dell’euro, l’economia italiana è quella con la minore crescita del prodotto per abitante nell’ultimo quarto di secolo. La produttività del lavoro è rimasta ferma; solo nel 2023 gli investimenti sono tornati a superare il livello precedente la crisi finanziaria, mentre le ore lavorate totali non lo hanno ancora recuperato.

Il nostro Paese continua a soffrire di problemi radicati: redditi familiari stagnanti, mezzo milione di giovani emigrati dal 2008, bassa occupazione femminile e una crescita insufficiente nel Sud - da qui al 2040, la popolazione in età lavorativa diminuirà di 5,4 milioni, con conseguenze severe per la ricchezza nazionale.

L'inflazione ha avuto un andamento simile a quello dell'area dell'euro; tuttavia, anche a causa di una più marcata dipendenza della nostra economia dal gas, ha raggiunto nel 2022 un picco più alto (12,6%), per poi diminuire con maggiore velocità. La crescita salariale si è mantenuta particolarmente moderata; ciò ha favorito un incremento dell'occupazione superiore a quello osservato per gli altri input produttivi e per il PIL, con un conseguente calo della produttività media del lavoro. L'elevata inflazione ha eroso significativamente il potere d'acquisto delle famiglie italiane, in modo particolare di quelle meno abbienti; gli effetti sulla disuguaglianza sono stati mitigati dal buon andamento dell'occupazione, oltre che dalle misure di sostegno introdotte dal Governo. L'inflazione ha ridotto il valore reale dei depositi e degli altri strumenti finanziari che a scadenza rimborsano un ammontare fisso, penalizzando le famiglie che detengono una quota maggiore della propria ricchezza in tali attività e favorendo quelle più indebitate. 

Fonte: Banca D'Italia