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Assegno Unico, avviata procedura di infrazione UE. Normativa discriminatoria.


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La Commissione Ue ha inviato al governo italiano la lettera con parere motivato riguardante la contestazione delle modalità di erogazione dell'assegno unico.

L'invio della missiva comporta un avanzamento della procedura di infrazione nei confronti dell' Italia. Secondo Bruxelles, "la legislazione viola il diritto dell'Ue in quanto non tratta i cittadini europei in modo equo, il che si qualifica come discriminazione".  

La Commissione motiva la propria decisione con il mancato rispetto delle norme dell'Ue in materia di coordinamento della sicurezza sociale (regolamento (CE) 2004/883) e di libera circolazione dei lavoratori (regolamento (UE) n. 492/2011 e articolo 45 del TFUE ).

Al momento, la norma italiana in materia prevede che possono beneficiare dell' assegno unico solo coloro che risiedono per almeno due anni in Italia, e solo se vivono nello stesso nucleo familiare dei figli. Secondo il parere UE questa normativa vìola il diritto dell'Unione, poiché non tratta i cittadini comunitari in modo equo, qualificandosi perciò come discriminazione.

Il regolamento sul coordinamento della sicurezza sociale, ricorda la Commissione, vieta qualsiasi requisito di residenza ai fini della percezione di prestazioni di sicurezza sociale, quali gli assegni familiari. 

Il parere motivato fa seguito ad una lettera di costituzione in mora del febbraio 2023 a cui l'Italia ha risposto a giugno. La Commissione ha evidenziato che "la risposta non affronti in modo soddisfacente i suoi rilievi"

L'Italia dispone di 2 mesi per rispondere e adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'UE. 

Fonte : Commissione UE