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Welfare aziendale : Nelle PMI diffusione in crescita. Per il futuro si punta alla digitalizzazione.


La pandemia ha rappresentato un momento di passaggio importante nell’evoluzione del welfare aziendale. Superata la fase emergenziale, le aziende hanno accompagnato i processi di riorganizzazione interni, con un attenzione crescente alle misure di welfare volte a supportare il benessere dei propri dipendenti sotto il profilo economico , lavorativo e familiare. 

Il trend trova conferma anche nella recente ricerca realizzata dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, in collaborazione con Sodexo Benefits and Rewards Services, intitolata " Welfare aziendale : diffusione e prospettive nelle PMI "

IL 55 % dei 2.000 consulenti intervistati ha confermato una crescente adozione di politiche di welfare aziendale tra le piccole e medie imprese assistite a cavallo degli anni 2021 – 2022. 

La ricerca punta la lente su alcuni degli strumenti più frequentemente associati dalle piccole e medie imprese al concetto di welfare aziendale, tra cui i buoni pasto, i buoni benzina e quelli multicategoriali, quantificando il grado di successo di ognuno. L’erogazione economica, nella forma tradizionale dei buoni pasto, rappresenta lo strumento più consolidato ( 70,5 % ) , seguito a grande distanza ma in misura crescente dagli interventi in materia di salute e assistenza ( 32,3 % ). In posizione nettamente distaccata si trovano gli strumenti di conciliazione vita – lavoro ( 18,1 % ), la formazione e aggiornamento ( 15,6 % ) e la previdenza ( 14 % ). 

Guardano al futuro, le previsioni sono all’insegna di una crescita costante : il 61,1 per cento tra gli intervistati ritiene che il triennio 2023 – 2026 rappresenterà un periodo di ulteriore crescita, con particolare riguardo agli strumenti di sostegno diretto alle famiglie (77,4%), all’area salute e assistenza (38,1%), alla conciliazione vita–lavoro (33,5%) e, in quota minore, alla formazione e all’aggiornamento professionale (21,9%) e alla previdenza (18,6%). 

Vengono poi analizzati nel dettaglio gli elementi che, ancora oggi, determinano la difficoltà delle PMI nell’implementare tali misure. Permane la preoccupazione che il welfare aziendale possa rappresentare un “costo aggiuntivo” per l’impresa (31,3%), e la scarsa conoscenza degli strumenti a disposizione (24,1%), in particolare al Centro e al Sud, insieme con la “complessità di gestione” (21,1%) rappresentano gli elementi maggiormente percepiti come limitanti per le PMI. A fare la differenza, sotto quest’ultimo profilo, potrebbero essere una maggiore semplificazione, grazie alla digitalizzazione , di strumenti e processi, oltre alla previsione di incentivi alle aziende che erogano tali prestazioni. Volàno dell’informazione, invece, le piattaforme per l’accesso ai servizi di welfare, ancora “poco” diffuse (55,4%) ma utili a far conoscere la varietà e la flessibilità dei servizi erogati.