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Autorità Europea del Lavoro (ELA): maggiore equità nel mercato europeo.


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Era il 2014, quando il futuro presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker sosteneva nel proprio programma politico la necessità di costruire un’Europa più sociale, attraverso una maggiore equità del mercato interno e il coordinamento degli ordinamenti gius-lavoristici ( sistemi di sicurezza sociale, mobilità transfrontaliera, pari opportunità e condizioni di lavoro al fine di evitare il fenomeno del “dumping sociale” e la distorsione della concorrenza). Arriviamo, poi, al vertice di Goteborg del 17 novembre 2017, quando le istituzioni europee, su proposta della Commissione, hanno proclamato congiuntamente il Pilastro europeo dei diritti sociali, concedendo parecchio spazio alle problematiche del lavoro. E nel frattempo la crisi economica, quella migratoria e la Brexit hanno reso tutti più consapevoli della crisi d’identità che l’Unione sta attraversando per una vocazione che al momento si è rivelata più economica che sociale.

Nel corso dell'ultimo decennio il numero di cittadini che si spostano per vivere e/o lavorare in un altro Stato membro è quasi raddoppiato, raggiungendo i 17 milioni nel 2017. I distacchi sono aumentati del 68% fra il 2010 e il 2016, toccando i 2,3 milioni. Infine, sono ben 1,4 milioni i pendolari transfrontalieri che ogni giorno si recano in un altro Stato membro per lavorare. Tutto ciò non può che indurre ad una conclusione: è il Lavoro che crea connessione tra la dimensione “economica” e “sociale” ed è sul Lavoro che si deve puntare per il rilancio della vocazione europeista per il sociale.

Con la Comunicazione del 13 marzo 2018 [COM (2018) 131], la Commissione Europea si è pertanto impegnata nel confronto con le Istituzioni Europee, i paesi membri, le parti sociali per giungere ad una proposta formale di regolamento riguardante l’istituzione dell’Autorità europea del lavoro e garantire così l’applicazione semplice ed efficace delle norme europee in materia di mobilità dei lavoratori.

Dopo aver elaborato la revisione della Direttiva sul distacco dei lavoratori e le norme sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, l’Unione Europea si è proposta, con la costituzione dell’Autorità, di perseguire un triplice obbiettivo.

Primo, per favorire il “matching” transfrontaliero, l'autorità fornirà ai cittadini e alle imprese informazioni su posti di lavoro, apprendistati, programmi di mobilità, assunzioni e corsi di formazione, e inoltre darà indicazioni sui diritti e gli obblighi connessi alla possibilità di vivere e/o lavorare in un altro Stato membro dell'UE. Il tutto assumendo la gestione dell’ufficio europeo di coordinamento della rete EURES per la mobilità professionale in Europa attualmente sotto il coordinamento della Commissione (Regolamento (UE) 2016/589 - European Employment Services - ANPAL deliberazione n. 20/2018).

Secondo, sosterrà la cooperazione tra autorità nazionali in situazioni transfrontaliere e le aiuterà a garantire che le norme dell'UE in materia di mobilità siano facilmente ed efficacemente seguite, anche attraverso azioni di contrasto e controllo agli abusi della legislazione sociale e del lavoro in situazioni transfrontaliere.

Terzo, l’Autorità potrà anche svolgere un ruolo di mediatore nel caso di controversie tra Stati membri in merito all’applicazione o all’interpretazione del diritto dell’Unione nei settori di propria competenza. Va però sottolineato che nei casi oggetto di procedimenti giudiziari, l’Autorità non sarà in grado di intervenire in qualità di mediatore. Inoltre è prevista la possibilità di una collaborazione con organismi di paesi terzi e, previa autorizzazione della Commissione, potrà concludervi degli accordi.

In merito a governance, assetto organizzativo, e dotazione finanziaria, l’Autorità sarà composta da un Consiglio d’amministrazione (costituito da un rappresentante per ciascun Paese membro e da due funzionari della Commissione), da un Direttore esecutivo ( chiamato ad assicurare la gestione dell’Autorità ) e da un gruppo con funzione consultiva di cui faranno parte rappresentanti delle parti sociali e delle Associazioni di categoria. L’organico complessivo sarà costituito da 140 addetti mentre i costi complessivi sono stimati in 50,9 milioni di euro.

A cura della Redazione