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Legge di bilancio 2020 : Riduzione del cuneo fiscale – le soluzioni


estratto conto inps con cuneo fiscale
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Il comma 7 della Legge di Bilancio 2020 stabilisce la costituzione di un «Fondo per la riduzione del cuneo fiscale sui lavoratori dipendenti» con una dotazione di 3 miliardi di euro per l'anno 2020 e di 5 miliardi di euro annui a decorrere dal 2021. La misura dovrebbe partire da luglio 2020 e arrivare a pieno regime nel 2021.

Definito come differenza tra il costo del lavoro sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta percepita dal lavoratore , il cuneo fiscale si calcola come rapporto percentuale della somma delle imposte sul reddito, dei contributi sociali a carico del lavoratore e quelli a carico del datore di lavoro, al netto di ogni beneficio monetario goduto dal lavoratore, e il costo del lavoro totale. Quindi il cuneo fiscale indica quella parte del costo del lavoro che viene versata sotto forma di imposta sul reddito o di contributi sociali, al netto di ogni trasferimento monetario goduto dal lavoratore.

Con un cuneo fiscale per un lavoratore medio senza figli al 47,9%, ripartito in 16,7% di imposte personali e il 31,2% di contributi previdenziali ( di cui il 7,2% a carico del lavoratore e il restante 24% a carico del datore di lavoro ), l’ Italia si colloca nel 2018 al terzo posto, dopo Belgio e Germania, tra gli Stati con la più alta pressione fiscale al di sopra della media OCSE di ben 12 punti percentuali.

Non è un caso, dunque, che la riduzione del cuneo fiscale figuri tra le prime raccomandazioni specifiche avanzate dal Consiglio dell'Unione europea nei confronti dell'Italia il 9 luglio scorso e per questo sia stata inserita tra le linee programmatiche in materia di tassazione e agevolazioni fiscali della Nota di aggiornamento al DEF 2019 (NADEF 2019), entrando di fatto a far parte delle priorità affrontate dal governo con Legge di Bilancio 2020.

Dettagli certi su come funzionerà il meccanismo ancora mancano. Certamente la riduzione del cuneo fiscale riguarderà solo la busta paga dei lavoratori dipendenti mentre è da escludersi, per il momento, l’intervento altrettanto prioritario della riduzione del costo del lavoro alle imprese.

In attesa del decreto attuativo, su cui i tecnici del MEF stanno già lavorando dai primi giorni dell’anno, l’ipotesi maggiormente quotata prevede un intervento strutturale sugli 80 euro del “ Bonus Renzi “ trasformati da credito d’imposta in detrazione. L’aumento delle detrazioni per i lavoratori dipendenti è la soluzione più plausibile che porterebbe, però, ad un mancato beneficio per tutti quei lavoratori con altre detrazioni fiscali che rischiano di non usufruire del beneficio per incapienza, ed infatti:

Redditi inferiori a 8.200 euro ( incapienti ) :

Al momento verrebbero esclusi gli incapienti in quanto le detrazioni di lavoro di dipendente per questi lavoratori andrebbero ad azzerare l’imposta lorda e non consentirebbero di maturare il beneficio fiscale. Resterebbero esclusi 4 milioni di contribuenti per i quali, tuttavia, sono già operative altre agevolazioni tra le quali il reddito di cittadinanza.

Redditi compresi tra 8.200 e 26.600 euro :

Per questa fascia di contribuenti, con più di 9 milioni di lavoratori, il bonus Renzi verrebbe trasformato in detrazione fiscale, anche se gli effetti dell’operazione sulla fascia di reddito sono tutti da valutare. Per i redditi più bassi della fascia, sino a 15.000 euro, la concorrenza di altre detrazioni sino ad incapienza potrebbe azzerare eventuali benefici e creare una disparità di trattamento rispetto alle altre fasce reddituali. Nell’intenzioni dell’attuale governo c’è la volontà di non lasciare insoddisfatto nessuno, dunque, se non si dovessero rintracciare soluzioni alternative, l’opzione più accreditata diventerebbe il mantenimento del Bonus sotto forma di credito. Discorso diverso per la fascia dai 15.000 sino a 26.600 dove l’inconveniente non si riscontra.

Stime governative quantificano in 1.000 euro in più all’anno in busta paga il beneficio che ne deriverebbe per ciascun lavoratore ma previsioni più realistiche parlano di cifre molto più contenute che si aggirano tra i 20 e i 30 euro mensili

Redditi compresi tra 26.600 euro e i 35 mila euro

La vera novità del provvedimento sarebbe costituita dall’intenzione di allargare anche a questa fascia gli 80 euro, sempre sotto forma di detrazione, visto che ad oggi non li percepiscono.

a cura della Redazione