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CNEL - Riflessioni e contributi per la XIX legislatura. 5 priorità per il nuovo governo.


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L’Esecutivo, insediatosi nell’ottobre 2022, vede sfide tanto grandi quanto inedite. E’ tenuto ad affrontare le criticità connesse alle attuali gravi tensioni geopolitiche, con la crisi energetica e con i dirompenti effetti sociali di una crescita dell’inflazione come non si manifestava da decenni. 

La complessità delle questioni richiede pertanto di superare approcci separati fra le varie politiche per promuovere una visione di sistema e quindi la necessità di interventi coordinati fra le istituzioni competenti nei vari settori. 

In vista della prossima approvazione della Legge di bilancio 2023, il CNEL ha elaborato uno documento di osservazioni e proposte per la XIX legislatura, con indicazioni sugli obbiettivi e le politiche, che secondo le Parti sociali sono strategici per affrontare le sfide dei prossimi anni. 

5 le priorità individuate, tra queste l’ attuazione del PNRR. In merito non sono da escludere adattamenti, compresi possibili slittamenti dei termini previsti, necessari per tener conto delle criticità degli ultimi mesi in particolare l’aumento dei costi delle materie prime, quello dell’energia, la carenza del gas. 

In secondo luogo, viene richiesta una attenta valutazione delle implicazioni economiche e sociali, con un focus sulle ricadute lavorative e occupazionali, delle due transizioni, quella economica e digitale. Al processo di rinnovamento, infatti, si affianca un radicale cambiamento anche del mercato del lavoro, con seri riflessi nei confronti di quelle maestranze e professionalità destinate, nel breve-medio periodo, e vedere superate le loro competenze ma, allo stesso, tempo si prospettano nuove opportunità occupazionali, parzialmente ancora inesplorate. Per essere colte, queste opportunità richiedono una visione di lungo periodo che sappia coordinare politiche di bilancio e politiche a sostegno delle trasformazioni. In un simile contesto le tematiche relative all’orientamento, alle politiche attive e più in generale la formazione dovranno assumere un ruolo di primordine. Attesa in tale ambito una valorizzare anche strumenti di politica attiva come il contratto di espansione ; gli accordi di ricollocazione ; i contratti di solidarietà e le staffette generazionali.

La visione di lungo termine è richiesta anche nel perseguimento della parità di genere e generazionale. Pur essendo apprezzabili gli interventi messi in campo sino ad ora, per il futuro è richiesta una maggiore organicità. Le quote minime di occupazione femminile e giovanile nei contratti di appalto ; i percorsi di certificazione della parità di genere sono sicuramente apprezzabili ma rischiano di diventare provvedimenti isolati se non si agisce a monte ampliando la gamma di interventi con un potenziamento delle infrastrutture per i servizi di cura, non solo per l’infanzia ma anche per l’assistenza agli anziani. Quello che viene richiesto è un approccio olistico che riesca ad orientare nella giusta direzione tutte le politiche, sia pubbliche che private, con un’azione trasversale. 

Oggetto di osservazioni da parte del CNEL è anche un'altra grande sfida dei prossimi anni, il contrasto alle diseguaglianze. Tutte gli studi mostrano la drammatica gravità delle diseguaglianze nel nostro paese ulteriormente aggravate dal Covid. Negli anni a venire le politiche pubbliche dovranno essere orientate verso la promozione delle eguaglianze e il benessere. Necessario un ripensamento del sistema di istruzione sin dalle fasi dell'orientamento , misure mirate a sostegno della famiglia, politiche fiscali eque e sostegno al lavoro. 

Nel governare le trasformazioni in atto nel mercato del lavoro il CNEL suggerisce di pensare anche ad una rinnovata centralità della contrattazione collettiva accompagnata da un’azione pubblica sapiente in grado di orientare le politiche industriali. Questo sulla base della convinzione che la contrattazione di qualità può accompagnare, e in molti casi anticipare, l’attuazione di politiche industriali, e i cambiamenti che ne derivano in termini di geografia del lavoro e delle produzioni. 

La recente direttiva UE in materia di salario minimo ha poi rinnovato il dibattito riguardo il riordino dei criteri per poter selezionare la contrattazione collettiva rappresentativa e di qualità. Il sistema di misurazione , introdotto nel 2011 e aggiornato poi nel 2014 con il Testo Unico, è tuttora in fase di sperimentazione. Il CNEL sottolinea la necessità di completare la messa a punto di tali criteri al fine di renderli operativi e risolvere così la questione della garanzia dei minimi salariali. Essenziale l'individuazione di meccanismi legali che prendano a riferimento i minimi tabellari stabiliti dai contratti collettivi nazionali firmati dalle Parti rappresentative.

Fonte: CNEL