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Banca d’ Italia - Il Mercato del lavoro : dati e analisi aggiornati a marzo 2022


La Banca d'Italia ha pubblicato " Il mercato del lavoro: dati e analisi", edizione marzo 2022 “. 

La nota è redatta congiuntamente dal Ministero del Lavoro (MLPS), dalla Banca d'Italia e dall'Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) utilizzando due fonti informative: le Comunicazioni obbligatorie e le Dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro. La prima base dati è aggiornata al 28 febbraio 2022, la seconda al 31 gennaio 2022. 

Dai dati emerge che l’occupazione dipendente continua a crescere, nei primi due mesi del 2022 il saldo tra assunzioni e cessazioni è risultato positivo con circa 22.000 posti di lavoro. I valori sono sostanzialmente in linea con quelli del 2022. Il numero di contratti attivati è quasi tornato sul sentiero di crescita precedente la crisi sanitaria. 

All’inizio del 2022 si è indebolita la dinamica degli impieghi a termine che aveva trainato la ripresa nel 2021. I rapporti di lavoro a tempo determinato continuano tuttavia a rappresentare circa la metà delle attivazioni nette. Prosegue l’andamento negativo dell’apprendistato, mentre si mantengono sui valori raggiunti alla fine del 2021 le attivazioni di contratti a tempo indeterminato, incluse le trasformazioni di impieghi già esistenti (esclusi i fattori stagionali). 

I SETTORI IN CRESCITA E QUELLI IN CALO : 

In generale, il report registra un trend variabile da settore a settore. In particolare, sono in crescita il comparto industria con un totale di 77.529 contratti nuovi a fronte dei 38.950 del 2021 nello stesso periodo. Ci sono 33.317 rapporti nuovi per la manifattura, 44.207 per il settore costruzioni e 5 per gli altri ambiti. 

Trend negativo per il settore servizi che registra un totale di -67.000 contratti nuovi a fronte dei -43.868 del 2021 nello stesso periodo. Sono -20.893 per il commercio, -1.567 per i servizi alla persona e tempo libero, -44.540 per il turismo e 11.551 per altri ambiti. 

I LICENZIAMENTI : 

Con la progressiva rimozione dei vincoli introdotti durante le fasi più acute della pandemia, sono cresciute anche le cessazioni di contratti a tempo indeterminato, con differenze tra vari settori. 

Tra gennaio e febbraio i licenziamenti sono stati in media 40.000 al mese, mentre erano quasi 50.000 prima della pandemia. I valori sono tornati sui livelli pre pandemici nei servizi, mentre sono rimasti contenuti nell’industria, dove la fase ciclica ancora positiva ha sospinto le dimissioni e le transizioni da un impiego all’altro. 

DIVARIO DI GENERE : 

All’inizio dell’anno la crescita dell’occupazione femminile si è quasi azzerata. I dati di marzo 2022 della nota del Ministero del Lavoro, ANPAL e Banca d’Italia risentono della flessione della domanda di lavoro in alcuni dei settori in cui è maggiore la presenza delle donne, come il turismo e il commercio. L’andamento positivo della manifattura e delle costruzioni continua a offrire opportunità di impiego rivolte soprattutto agli uomini. Le lavoratrici dunque, continuano a essere penalizzate da una minore domanda di lavoro.

CRESCE L’OCCUPAZIONE AL CENTRO NORD : 

Il rallentamento dei primi mesi del 2022, in particolare di marzo 2022, ha interessato sia il Centro Nord, sia il Mezzogiorno. Risultano andamenti eterogenei tra le diverse zone del Paese, ma nelle aree centrali e settentrionali la crescita dell’industria ha sostenuto la domanda di lavoro, ma l’aumento dei contagi ha penalizzato il turismo invernale, concentrato nelle aree montane. 

In alcune Regioni meridionali, caratterizzate da una minore vocazione industriale, l’espansione della manifattura non ha compensato la debolezza dei flussi turistici dei primi due mesi dell’anno. I dati di marzo fanno dunque emergere un quadro negativo, Ovvero in: 

• Basilicata, Campania e Puglia, i saldi occupazionali sono stati inferiori a quelli, già modesti, dello stesso periodo del 2021;

• Calabria e Sicilia, la crescita delle attivazioni nette è stata trainata dalla forte accelerazione delle costruzioni, che incidono per circa il 40%sul totale dei posti di lavoro creati, quasi il doppio rispetto alla media nazionale. 

Fonte: Banca d' Italia