Stando alla relazione della Corte dei conti , l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sta procedendo senza particolari ritardi ed è in linea coi tempi. Ma, aggiunge la Corte, la sfida è complessa e richiede uno sforzo organizzativo notevole.
Il perché sta nei numeri. Come riportato nella relazione, la forte crescita delle somme previste da PNRR e Piano Complementare si innesta su una spesa in conto capitale fortemente aumentata nella fase pandemica.
Nel bilancio 2022-24 gli stanziamenti restano elevati (85 miliardi nel 2022, per stabilizzarsi tra i 79-80 nel biennio successivo). A tali importi si dovrebbero aggiungere quelli ulteriori attivati con nuovi investimenti dai Piani (22,4 miliardi nel 2022 e rispettivamente 30 e 37 nel biennio successivo). Uno sforzo realizzativo notevole, soprattutto perché legato ad una programmazione di risultato molto “vincolata”, nota la Corte dei conti.
L’esame della Corte si concentra soprattutto sull’attuazione delle riforme richiesta dall’Europa, in parte strumentali all’attuazione stessa del Piano, tra cui:
- quelle riguardanti la governance del PNRR, nonché le disposizioni per l’Ufficio del processo e per la selezione di professionisti da mettere a disposizione degli enti territoriali per la gestione del PNRR;
- vari interventi di semplificazione volti a velocizzare i tempi di decisione delle PA (VIA, silenzio-assenso, conferenza dei servizi), nonché a favorire la digitalizzazione e transizione ambientale;
- le misure urgenti in materia di crisi d’impresa e di risanamento aziendale, nonché in materia di giustizia, e il programma nazionale “Garanzia di occupabilità dei lavoratori”;
- le misure tese a garantire la piena capacità gestionale per i servizi idrici integrati, nella direzione di ridurre il water service divide tra le Regioni del Sud e Isole e il resto del Paese;
- nonché l’adozione del Piano di riorganizzazione delle strutture ospedaliere, volto a rafforzare la capacità degli ospedali del SSN di affrontare adeguatamente le emergenze pandemiche.
"Anche in tale ottica - sottolinea la Corte - sono fondamentali strutture amministrative adeguate, una elevata capacità progettuale in grado di assistere e guidare i soggetti attuatori, un efficace coordinamento tra livelli di governo e un quadro regolamentare chiaro, efficace e snello”. Ed è proprio su tali fronti che “pur registrandosi segnali positivi, persistono lentezze nell’attuazione”.
Con il compito di facilitare e accelerare il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per il 2022, è stato annunciato nella giornata di ieri, martedì 13 aprile 2022, dal Consiglio dei Ministri lo schema di decreto PNRR bis in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
I due precedenti decreti Recovery sono stati pubblicati nel corso del 2021:
• il dl 77/2021, in cui sono confluite le misure per dettare la governance del PNRR e il decreto Semplificazioni;
• il dl 152/2021, nato per accelerare l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Il Governo, pur ammettendo la possibilità di ridiscutere alcuni progetti e i relativi contratti nei prossimi mesi, non ha ritenuto opportuno far confluire nel decreto alcuna misura per porre rimedio all’aumento dell’ inflazione e i rincari energetici riconducibili alla guerra in Ucraina.
Le misure risultano comunque necessarie e difficilmente potrebbe essere altrimenti. Se lo scorso anno il Governo aveva il compito di costruire l’impalcatura del Recovery e centrare 51 target, nel 2022 il PNRR entra davvero nel vivo e gli obiettivi da raggiungere raddoppiano. Nell’anno corrente gli obiettivi del PNRR diventano 102 e anche i fondi europei da portare a casa aumentano: se la prima rata di fondi appena ricevuta era di 24,1 miliardi, la seconda e la terza rata toccano quota 40 miliardi di euro (rispettivamente 19 e 21 miliardi).
COSA PREVEDE IL DECRETO PNRR-BIS ?
Al centro del decreto ci sono le scadenze da centrare a giugno, a partire dalla transizione ecologica. Il focus è su una serie di dossier:
• l’idrogeno, per definire un sistema di incentivi fiscali per la produzione di idrogeno verde;
• l’efficienza energetica e il dissesto idrogeologico: i lavori si concentreranno sulla semplificazione e l’accelerazione delle procedure e degli iter per realizzare gli interventi previsti dal PNRR.
Nel decreto PNRR bis entra anche un pacchetto di misure del ministero dell'Innovazione tecnologica e la transizione digitale che includono:
• la costituzione di una Newco per la digitalizzazione delle Pubbliche amministrazioni: la nuova società, dovrebbe avere tre soci pubblici (Inps, Inail e Istat) di cui consoliderà i data center;
• un provvedimento per semplificare la diffusione della firma digitale;
• un intervento per migliorare l’assetto di governance dei programmi italiani per l'economia dello spazio.
In materia di lavoro, con particolare riguardo al pubblico impiego, il decreto PNRR bis prevede :
• L’ istituzione di un fondo da 60 milioni di euro per il 2022 da trasferire a FORMEZPA, l’ Istituto che si occupa di implementazione e modernizzazione della PA. Il Fondo sarà finalizzato a nuove assunzioni;
• La proroga della lingua straniera nei concorsi pubblici ;
• Per “dare effettiva applicazione al principio della parità di genere nell’organizzazione e gestione del rapporto di lavoro”, le amministrazioni pubbliche potranno prevedere entro il 30 settembre prossimo “misure che attribuiscano vantaggi specifici al genere meno rappresentato”. I ‘criteri di discriminazione positiva’ dovranno essere “proporzionati allo scopo da perseguire” e “adottati a parità di qualifica da ricoprire e di punteggio conseguito nelle prove concorsuali”.
• Arriva il Codice di comportamento dei dipendenti della PA sui social. Quello ora vigente, quindi, dovrà essere integrato con “una sezione dedicata al corretto utilizzo delle tecnologie informatiche e dei mezzi di informazione e social media da parte dei dipendenti pubblici, anche al fine di tutelare l’immagine della pubblica amministrazione“.
• Nasce il “ Portale nazionale del sommerso (PNS) ” che va a sostituire ed integrare le banche dati ora esistenti utilizzate dall’Ispettorato nazionale del lavoro, l’INPS e l’INAIL per condividere le risultanze degli accertamenti ispettivi. La norma prevede un onere di 5 milioni di euro per il 2022 e di 800.000 euro a partire dal 2023. In sostanza, nel portale dovranno confluire tutti i verbali ispettivi e ogni altro provvedimento consequenziale all’attività di vigilanza, compresi tutti gli atti relativi ad eventuali contenziosi istaurati sul lo stesso verbale.