Forme pensionistiche complementari

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COVIP - Nell'anno della pandemia come procede la previdenza complementare ?


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Un’ampia e documentata Relazione annuale sull’attività svolta dalla COVIP nel 2020, presentata oggi 14 giugno presso la Camera dei Deputati, dà conto dello stato dei settori vigilati: fondi pensione e casse di previdenza. 

Le Considerazioni del Presidente, Prof. Mario Padula, ne illustrano sinteticamente i contenuti. 

Nel complesso, le risorse di tali investitori con finalità previdenziale hanno complessivamente superato 290 miliardi di euro, riguardando oltre dieci milioni di soggetti tra iscritti e pensionati. 

In particolare, alla fine del 2020, i fondi pensione in Italia sono 372: 33 fondi negoziali, 42 fondi aperti, 71 piani individuali pensionistici (PIP) e 226 fondi preesistenti (nel totale non è più incluso FONDINPS a seguito della sua soppressione e del conferimento al fondo COMETA delle posizioni degli iscritti e dei flussi futuri di TFR). Il numero delle forme pensionistiche operanti nel sistema è in costante riduzione. Oltre venti anni fa, nel 1999, le forme erano 739, quasi il doppio. 

A fine 2020, il totale degli iscritti alla previdenza complementare è di 8,4 milioni, in crescita del 2,2% rispetto all’anno precedente, per un tasso di copertura del 33% sul totale delle forze di lavoro. Le posizioni in essere sono 9,3 milioni (inclusive di posizioni doppie o multiple, che fanno capo allo stesso iscritto). I fondi negoziali contano 3,2 milioni di iscritti, quasi 1,6 milioni sono gli iscritti ai fondi aperti e 3,3 milioni ai PIP “nuovi”; poco più di 600.000 sono gli iscritti ai fondi preesistenti. 

Le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari si attestano a 198 miliardi di euro, in aumento del 6,7% rispetto all’anno precedente: un ammontare pari al 12% del PIL e al 4,1% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. I contributi incassati nell’anno sono pari a circa 16,5 miliardi di euro. In tutte le forme pensionistiche complementari che raccolgono adesioni il flusso di contributi del 2020 è risultato maggiore, seppur di poco, rispetto al 2019: ne sono affluiti 5,5 miliardi ai fondi negoziali (+2,9%), 2,3 miliardi ai fondi aperti (+5,9%), 4,6 miliardi ai PIP (+1,6%) e 3,9 miliardi ai fondi preesistenti (+0,2%). I contributi per singolo iscritto ammontano mediamente a 2.740 euro nell’arco dell’anno. Il 27,4% del totale degli iscritti alla previdenza complementare (circa 2,3 milioni) non ha effettuato contribuzioni nel 2020. Circa un milione di individui non versa contributi da almeno cinque anni. Su tale fenomeno, peraltro, incide in misura significativa il meccanismo delle adesioni contrattuali nei fondi negoziali, particolarmente con riguardo a settori, come quello edile, caratterizzati da elevata discontinuità occupazionale. Le voci di uscita per la gestione previdenziale ammontano a 8,6 miliardi di euro. Le prestazioni pensionistiche sono state erogate in capitale per 3,4 miliardi di euro e in rendita per circa 600 milioni di euro. I riscatti sono pari a 1,7 miliardi di euro e le anticipazioni a 1,8 miliardi di euro, in gran parte riferite a causali diverse dalle spese sanitarie o dall’acquisto o ristrutturazione della prima casa. Nell’anno sono state erogati circa 900 milioni di euro di rendite integrative temporanee anticipate (RITA), per lo più concentrate nei fondi pensione preesistenti. 

Dal 2011, proprio in forza dell’esperienza maturata nel settore dei fondi pensione, la COVIP vigila anche sugli investimenti delle casse di previdenza, in un assetto articolato di controlli in cui l’Autorità opera in raccordo con i Ministeri del Lavoro e dell’Economia, cui spetta la verifica della complessiva stabilità degli enti. 

Alla fine del 2019, le attività complessivamente detenute dalle casse di previdenza ammontano, a valori di mercato, a 96 miliardi di euro, in aumento di 9 miliardi rispetto all’anno precedente (10,3%). Dal 2011 al 2019 tali attività sono cresciute complessivamente di 40,3 miliardi di euro, pari al 72,3%. A fronte di una sostenuta dinamica di crescita nell’aggregato, permangono differenze, anche ampie, nelle attività detenute dalle singole casse: circa il 74% dell’attivo è di pertinenza dei 5 enti di dimensioni maggiori, i primi 3 raggruppano circa il 55% del totale. Nel 2019 solo in 2 casse le prestazioni superano i contributi; in tutti gli altri casi la differenza è positiva, con un’ampiezza variabile tra i singoli enti. Tenendo conto anche delle componenti obbligazionaria e azionaria sottostanti gli OICVM detenuti, la quota più rilevante delle attività è costituita da titoli di debito, pari a 36,5 miliardi di euro (corrispondenti al 38% del totale). La composizione delle attività detenute continua a caratterizzarsi per la cospicua presenza di investimenti immobiliari, che nel complesso (cespiti di proprietà, fondi immobiliari e partecipazioni in società immobiliari controllate) si attestano a 20 miliardi di euro (20,8% del totale). Nel quinquennio 2015-2019 l’incidenza di tale componente è comunque diminuita di 3,7 punti percentuali. Va peraltro osservato che in 6 casi la componente immobiliare supera il 30% delle attività e in uno di questi l’incidenza è ancora superiore al 50%. Gli investimenti nell’economia italiana (titoli emessi da soggetti residenti in Italia e immobili) ammontano a 34,8 miliardi di euro, pari al 36,3% delle attività totali. 

Il Presidente Covip si è soffermato anche sulle prospettive evolutive dei predetti settori. L’anno trascorso è stato dominato dall’andamento della pandemia su scala globale. 

Molti settori dell’economia hanno registrato forti cadute dell’attività; i Governi nazionali e le banche centrali hanno reagito con determinazione e in maniera coordinata, con ampie misure espansive a sostegno del reddito delle famiglie e delle imprese e della liquidità dei mercati finanziari e creditizi e un cospicuo e prolungato utilizzo degli ammortizzatori sociali. L’andamento dei mercati finanziari, dapprima molto negativo, nel corso del 2020 ha poi avuto un’intonazione positiva, recuperando gran parte delle perdite; a partire da novembre, segnali di ottimismo si sono diffusi soprattutto per l’avvio della produzione di vaccini. 

Per il sistema italiano della previdenza complementare, le ripercussioni della pandemia sono state nel complesso abbastanza contenute. Dal punto di vista organizzativo il settore ha reagito con tempestività ricorrendo al lavoro a distanza e rafforzando i canali telematici di scambio di informazioni con le imprese, con i gestori finanziari e i fornitori di servizi, con gli stessi iscritti. 

La raccolta dei contributi è continuata con regolarità, mantenendo la sua tendenza alla crescita e mostrando un lieve calo dei dati aggregati solo nel secondo trimestre del 2020; sul versante delle uscite non si sono registrate tensioni nelle richieste di anticipazioni e riscatti. 

A fine anno, grazie ai recuperi registrati dai mercati, i risultati della gestione finanziaria sono stati positivi. 

Il sistema, dunque, nel suo complesso ha fornito una risposta positiva alla situazione determinatasi per effetto della pandemia. 

A tale positiva risposta, che pure andrà nel prossimo futuro monitorata alla luce del progressivo affievolimento delle misure di contenimento delle ricadute occupazionali della pandemia, concorre tuttavia la particolare configurazione del sistema della previdenza complementare in Italia, che attualmente riguarda soprattutto i segmenti più protetti e più solidi del mercato del lavoro. 

Le verifiche condotte dalla COVIP, anche attraverso indagini e interlocuzioni con esponenti dei fondi pensione hanno anzi evidenziato che alcuni dei cambiamenti introdotti in relazione all’evento pandemico sono entrati a far parte stabilmente degli assetti organizzativi e delle modalità operative dei fondi. In particolare, va colta con favore, dal punto di vista del rapporto con gli aderenti e con le aziende associate, l’introduzione in modo stabile di canali online di interlocuzione, anche per la richiesta di prestazioni e per la gestione documentale, nonché l’implementazione di strumenti di assistenza virtuale e l’utilizzo di piattaforme digitali per l’organizzazione di eventi informativi e formativi. Lo sviluppo delle adesioni online, oltre a rappresentare un passo essenziale in un percorso di sviluppo necessariamente orientato alla transizione digitale delle nostre società, può fornire un utile contributo al superamento dei fenomeni di esclusione previdenziale, che hanno ancora un peso rilevante nel nostro Paese, come in altre occasioni evidenziato, sia sul fronte della partecipazione in sé sia su quello, non meno rilevante, della contribuzione di quanti già partecipano. 

L’andamento delle adesioni alla previdenza complementare continua, infatti, a mostrare un quadro variegato; le differenze riscontrate nella partecipazione al sistema, ad esempio tra uomini e donne, tra persone in età matura e giovani, tra aree del nord e del sud del Paese, in larga misura non sono variabili indipendenti ma strettamente legate al differente livello di inclusione nel mercato del lavoro; nell’attuale contesto di maggiore difficoltà economica e sociale, vi è il rischio che si possano perdere di vista i traguardi di lungo termine, come quelli previdenziali. 

Confortati dalla capacità di tenuta del sistema in questo frangente, è importante che si pongano in essere il prima possibile tutte le iniziative utili per un nuovo e più consistente impulso allo sviluppo delle adesioni, al fine di superare i fenomeni di esclusione previdenziale. 

La crisi conseguente all’emergenza epidemiologica conferma poi l’importanza del rafforzamento strutturale degli operatori del settore. Sempre più ai fondi pensione e alle casse di previdenza è chiesto di essere in grado di monitorare, prevenire e gestire i rischi che ne accompagnano l’attività; rischi che – come appunto dimostrano gli eventi del più recente periodo – possono assumere forme inattese e dimensioni imprevedibili. Per i fondi pensione, la cornice che può accompagnare il percorso di rafforzamento è ormai definita, anche ad esito del processo di recepimento della Direttiva IORP II; la COVIP è consapevole dello sforzo che gli operatori stanno compiendo per un pieno adeguamento al nuovo quadro normativo, nella convinzione che il sistema ne uscirà rafforzato, con un’accresciuta capacità di porre in essere strategie per lo sviluppo delle adesioni e delle contribuzioni e realizzare proficuamente l’interesse degli iscritti. 

In un quadro di sostanziale stabilità normativa, potrebbero comunque essere valutate specifiche iniziative evolutive e migliorative. In tale ambito, la COVIP ha avviato una riflessione sul ruolo delle linee garantite, in ragione dell’evoluzione dei mercati finanziari e del perdurare di una situazione di tassi bassi, unitamente a comportamenti individuali che, spesso in modo inerziale, rischiano di non ottimizzare nel lungo periodo le opportunità concrete in termini di prestazioni attese; ciò, anche nella prospettiva di valorizzare il principio della graduale riduzione del rischio nel corso del ciclo di vita, con rischi e rendimenti più elevati all’inizio del ciclo e rischi molto più bassi nella fase conclusiva. 

Per le casse di previdenza, fermo restando l’auspicio che possa essere finalmente portato a termine l’iter di adozione del Regolamento interministeriale sulla disciplina degli investimenti, la COVIP ha modernizzato il sistema di segnalazioni statistiche e di vigilanza, al fine di migliorare, pure attraverso l’impiego delle tecnologie informatiche ora disponibili, il livello di automazione del sistema stesso, la flessibilità nel suo utilizzo e la qualità dei dati, anche grazie all’implementazione di controlli automatici; ciò, oltre che per accrescere gli elementi informativi che la COVIP deve mettere a disposizione dei Ministeri del Lavoro e dell’Economia per l’esercizio delle relative funzioni, anche nella convinzione che ciò possa favorire una migliore consapevolezza da parte delle stesse casse delle caratteristiche dei propri portafogli, con effetti positivi sull’efficienza della gestione delle risorse. 

Dal rafforzamento strutturale dipende anche il ruolo che i fondi pensione e le casse di previdenza possono svolgere come investitori istituzionali. 

Anche in un contesto che nell’anno trascorso non è stato, per evidenti motivi, favorevole all’espansione dell’universo investibile di fondi e casse verso classi di attivo che abbiano maggiore carattere di illiquidità, il sistema sta comunque mostrando un’accresciuta sensibilità in questa direzione. Rimane tuttavia aperto il problema dell’adeguatezza dell’offerta di prodotti finanziari alle necessità di fondi e casse, proprio nella prospettiva del ruolo che tali investitori istituzionali di lungo termine possono svolgere per lo sviluppo finanziario e la crescita economica del Paese. 

È anche essenziale che cresca il grado di apertura delle imprese al capitale esterno e che i mercati dei capitali regolamentati nel nostro Paese si sviluppino più decisamente, anche nell’ottica di un superamento della forte parcellizzazione che caratterizza il nostro tessuto industriale e che per molti versi ne frena le prospettive di crescita. 

Fondi e casse possono svolgere un ruolo importante a supporto dell’economia nell’emergenza pandemica, assumendo iniziative che si inquadrino in un progetto di ampio respiro che abbia il baricentro nella promozione della crescita, come il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). 

Ovviamente, tenendo conto del loro compito di investitori di risparmio previdenziale, tali enti possono offrire un contributo a condizione che, in un’ottica di lungo periodo, le opzioni di investimento disponibili offrano un ritorno, aggiustato per il rischio, adeguato agli obiettivi previdenziali, rilevando anche da questo punto di vista la distinzione tra debito e capitale e tra orizzonti di breve e lungo periodo. 

Pur permanendo una situazione di elevata incertezza a livello globale, anche in considerazione del diverso grado di avanzamento della pandemia e delle campagne vaccinali nelle diverse aree del pianeta, i dati più recenti offrono segnali di miglioramento. 

Auspicando che tali segnali si consolidino nel prossimo futuro, l’impegno della COVIP è, come sempre, rivolto a stabilire le migliori condizioni per uno sviluppo ordinato dei settori vigilati, nel convincimento che occorrano operatori sempre più solidi, in grado di monitorare, prevenire e gestire i rischi che ne caratterizzano l’attività, esercitando con piena autonomia e responsabilità il ruolo di cui sono portatori, come enti previdenziali, come investitori istituzionali, come soggetti cui ognuno di noi affida il proprio futuro per quella fase delicata e sempre più lunga della vita che è l’età anziana.