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Boom di dimissioni : La great resignation conferma un cambio di priorità dei lavoratori


Crescono oltre quota due milioni le dimissioni dal lavoro in Italia. Il fenomeno, esploso dopo il picco della pandemia, conosciuto negli Stati Uniti come ”Great resignation”, continua a registrare numeri mai visti prima anche nel nostro Paese: in media oltre 180 mila al mese nel 2022. Nonostante una frenata nell’ultima parte del 2022, le dimissioni restano ad un livello ben superiore rispetto al pre-Covid. 

Le motivazioni sono diverse, ma spesso alla base della decisione di lasciare il proprio posto c’è la spinta a cercare opportunità professionali e salariali migliori o un nuovo equilibrio tra vita e lavoro. 

Il trend è confermato dai dati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con il Report sulle Comunicazioni Obbligatorie relative al IV° trimestre 2022

Nel 2022 le dimissioni sono state 2 milioni e 198 mila. Questo numero aumenta di +268 mila unità rispetto al 2021 ( pari a +13,8% ) e, escludendo l’anno pandemico 2020 in cui le dimissioni volontarie crollano sotto al milione, sono +474 mila rispetto al 2019. 

Si tratta sicuramente di un incremento rilevante su cui ancora scarseggiano dati più dettagliati relativi ai motivi di queste decisioni. Ridurre tutto alla questione salariale sarebbe sin troppo semplice. Nelle ricerche dei lavoratori ci sono condizioni di lavoro più concilianti , orari più flessibili, ambienti di lavoro sani , possibilità di lavoro agile , formazione di qualità unita a prospettive di crescita professionale, con conseguente scelta di imprese che garantiscono queste opportunità.

Ma difronte a queste necessità il mercato del lavoro si trova in evidente difficoltà, stante la tipologia di imprese che lo compongono. Il permanere di una composizione dimensionale che vede l'Italia avere oltre il 95% delle imprese al di sotto dei 10 dipendenti non appare conciliabile con la richiesta di rapporti di lavoro in cui le ragioni di soddisfazione siano più sofisticate e articolate del mero riconoscimento salariale. 

Un altro dato molto importante rilevato nelle Comunicazioni Obbligatorie è quello della forte ripresa dei licenziamenti. Nel 2022, i rapporti di lavoro cessati per licenziamento ammontano a 752 mila unità. Non prendendo a riferimento periodi in cui era in vigore, il blocco dei licenziamenti, nel raffronto tra il 2022 ed il 2019 i licenziamenti restano inferiori di -116 mila unità, ma aumentano consistentemente rispetto ai due anni precedenti.