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OCSE - Cuneo Fiscale diminuisce ma vale il 46% della busta paga


cuneo fiscale

L’ Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Europeo ( OCSE ) ha pubblicato il report Taxing Wages 2021, che analizza annualmente l’andamento del cuneo fiscale nei Paesi membri.

L’edizione presentata nei giorni scorsi esamina i dati del 2020 e punta i riflettori anche sull’impatto che la pandemia Covid-19 ha avuto sul carico fiscale relativo al lavoro dipendente. 

Dal rapporto emerge che il cuneo fiscale medio dei paesi OCSE, ovvero la differenza tra il costo del lavoro per il datore di lavoro (retribuzione lorda) e la relativa retribuzione netta del dipendente, è stato del 34,6%, nel 2020, con una diminuzione di 0,39 punti percentuali rispetto al 2019. I dati esaminati sono riferiti ai redditi di lavoratori single senza figli che percepiscono il salario nazionale medio e riguardano tutti e 37 i Paesi membri dell’Organizzazione con sede a Parigi. 

Il Belgio presenta il cuneo fiscale più elevato del gruppo, ma valori alti sono stati riscontrati anche in Germania (49,0%), Austria (47,3%), Francia (46,6%) e Italia (46,0%). È la Colombia, invece, a vantare la percentuale più bassa, pari allo 0. Livelli modesti anche in Cile (7,0%) e Nuova Zelanda (19,1%). 

CUNEO FISCALE RIDOTTO RISPETTO AL 2019: 

Per quanto riguarda l’andamento rispetto al 2019, nel 2020 il cuneo è diminuito in 29 Stati membri. Le cause della contrazione? Gli esperti Ocse ipotizzano che in 21 dei Paesi dell’area Ocse in cui il cuneo fiscale è in discesa ciò sia dovuto principalmente alle imposte sul reddito più basse piuttosto che a una diminuzione del salario medio. Ad esempio, in Francia, Polonia e Slovenia sono state ridotte le aliquote dell’imposta sul reddito, mentre in Italia la riduzione del cuneo è dovuta all’ulteriore detrazione d’imposta per alcuni scaglioni di reddito introdotta temporaneamente lo scorso anno. 

Il report evidenzia, inoltre, un filo rosso che unisce calo del cuneo e crisi economica: la flessione più consistente del costo del lavoro tra un anno e l’altro si è verificata, oltre che nel 2020, anche nel 2008 (-0,48%) e nel 2009 (-0,52%), gli anni in cui le economie erano state investite dalla crisi finanziaria globale. 

Sotto analisi anche il costo del lavoro 2020 per le famiglie. In particolare, il cuneo fiscale nelle coppie monoreddito e con due figli ha subito una contrazione dello 1,15%, attestandosi al 24,4%. È interessante notare come anche nel 2020 il cuneo fiscale delle famiglie monoreddito e con due figli sia nettamente inferiore a quello medio del lavoratore single, con un divario che si è allargato dello 0,7% dal 2019. In ogni caso, nel 2020 il cuneo fiscale per entrambe le tipologie di lavoratori presenta il livello più basso dal 2000 (ad eccezione del 2009 dove per le famiglie monoreddito con figli il cuneo era ancora più basso, mentre era uguale a quello del 2020 per i lavoratori single). Nel dettaglio, sono 16 i Paesi Ocse che nel 2020 presentano un calo (Austria, Belgio, Canada, Colombia, Finlandia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Corea, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia e gli Stati Uniti). Sette di questi Paesi hanno introdotto misure fiscali e previdenziali ad hoc per aiutare le famiglie a fronteggiare le conseguenze della crisi causata dal Covid-19.

Il report analizza anche l’impatto dell’emergenza sanitaria ed economica sul costo del lavoro. Nei paesi OCSE è stato registrato un calo del cuneo fiscale medio nazionale determinato soprattutto dalle politiche fiscali messe in atto dai Governi nazionali a sostegno dei lavoratori piuttosto che dalla diminuzione del salario medio. In particolare, le misure governative sono state finalizzate principalmente a garantire aiuti monetari diretti, rivolti principalmente alle famiglie con figli che, quindi, sono state maggiormente supportate rispetto ai lavoratori single.