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Ricadute occupazionali dell’epidemia e azioni idonee a fronteggiare le crisi: audizione al Senato dell’INAPP


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In data 26 maggio 2016, presso la Commissione “Lavoro privato e pubblico, previdenza sociale” del Senato, si è svolta l’audizione del Presidente dell’INAPP, Prof. Sebastiano Fadda, nell’ambito dell’indagine che la Commissione sta effettuando su “Ricadute occupazionali dell'epidemia da Covid-19, azioni idonee a fronteggiare le situazioni di crisi e necessità di garantire la sicurezza sanitaria nei luoghi di lavoro" (sul punto si veda: Ricadute occupazionali dell’epidemia e azioni idonee a fronteggiare le crisi: audizioni al Senato delle Associazioni imprenditoriali, Ricadute occupazionali dell'epidemia da Covid-19, azioni idonee a fronteggiare le situazioni di crisi e necessità di garantire la sicurezza sanitaria nei luoghi di lavoro: Audizione al Senato dell’ISTAT e ANPAL – L’ Audizione in Senato sui possibili rimedi alla crisi occupazionale post-covid19).

Il documento INAPP, presentato nel corso dell’audizione, prende le mosse dalla considerazione dei dati ufficiali sull’occupazione nel mese di marzo 2020; considera, poi, l’effetto sull’occupazione delle misure di fermo delle attività economiche a seguito dei DPCM 10 aprile e 4 maggio 2020.

La prima parte del documento è completata da un’analisi sul rapporto fra fermo delle attività e riduzione del rischio di contagio, condotta alla luce dei due DPCM e di uno precedente studio condotto dallo stesso INAPP sul rischio di contagio dovuto alle riaperture.

La seconda parte del documento è dedicata all’analisi dell’insieme dei provvedimenti dedicati al sostegno del reddito delle categorie più colpite dalla crisi economico- sanitaria e, in quest’ambito, viene specificatamente analizzata l’esposizione al rischio di disoccupazione degli individui con contratto a tempo determinato.

Nell’ultima parte, il documento affronta le questioni legate al cambiamento strutturale della composizione del prodotto nazionale e, di conseguenza, della distribuzione settoriale dell’occupazione, sulla base della convinzione che “sarebbe erroneo pensare che, finita l’emergenza e consentita la possibilità di riapertura di tutte le attività, il sistema economico risorga tale e quale rispetto al periodo precedente l’esplosione della crisi”.
Questa parte è, alla fine, completata da considerazioni su due istituti particolari.
Il primo, previsto dal cosiddetto Decreto Rilancio, è legato alla possibilità che i contratti collettivi di lavoro realizzino specifiche intese di rimodulazione dell’orario di lavoro per mutate esigenze organizzative e produttive dell’impresa, con le quali parte dell’orario di lavoro viene finalizzato a percorsi formativi. Ciò con oneri relativi alle ore di formazione a carico di un fondo speciale denominato “Fondo Nuove Competenze”, costituito presso l’Anpal, nel quale confluiscono sia Fondi Europei sia contributi dei Fondi Interprofessionali.
L’ulteriore istituto trattato è rappresentato dallo smart working. L’analisi delle esperienze realizzate al riguardo nella fase di emergenza è accompagnata dalla convinzione che sussista la necessità di esplorare a fondo modelli di riorganizzazione di smart working differenziati settore per settore, anzi filiera per filiera e catena di valore per catena di valore attraverso un incrocio interdisciplinare di economia del lavoro, organizzazione del lavoro, ingegneria gestionale e tecnologie dei cicli produttivi.
Questo in presenza di una occasione opportuna per proiettare quello che è stato un forzoso adattamento di emergenza per la sopravvivenza delle attività economiche verso una profonda trasformazione strutturale dell’organizzazione del lavoro e dei processi produttivi in grado di garantire contemporaneamente una crescita della produttività e un miglioramento della qualità della vita.

Fonte: INAPP