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Cassazione: la sussistenza del rapporto di lavoro subordinato può essere provata per testi?


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Con l’ordinanza n. 7995 del 26.03.2025, la Cassazione afferma che la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato può essere dimostrato anche mediante la sola testimonianza dei colleghi su orari da rispettare, durata del rapporto e mansioni svolte.

Il fatto affrontato

Il lavoratore propone opposizione giudiziale allo stato passivo della società ex datrice per chiedere l’ammissione del proprio credito derivante dal rapporto di lavoro subordinato intercorso.
La Corte d’Appello rigetta la predetta domanda, ritenendo assente la prova sia in merito al luogo di stipulazione ed esecuzione della prestazione che in merito alla durata della stessa, rispetto all'entità del credito maturato.

L’ordinanza

La Cassazione – nel ribaltare la pronuncia di merito – rileva che il dipendente può provare la sussistenza del rapporto di lavoro anche mediante la prova testimoniale.

In particolare, continua la sentenza, detta prova è ammissibile, laddove il lavoratore abbia circostanziato specifici capitoli in ordine alla durata del rapporto lavorativo, alle mansioni svolte, all'inserimento nell'organizzazione aziendale, alle persone con le quali aveva interagito, al soggetto che impartiva direttive, agli orari e ai giorni di lavoro, alla retribuzione mensile percepita.

Alla luce di ciò, secondo i Giudici di legittimità, ha errato la sentenza di merito a ritenere inadeguata o irrilevante l’escussione testimoniale richiesta dal dipendente.

Su tali presupposti, la Suprema Corte accoglie il ricorso proposto dal lavoratore, cassando con rinvio l’impugnata sentenza.

A cura di WST