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Occupazione e disoccupazione : cambia il metodo di rilevazione ISTAT


Il 2021 si apre con importanti novità per la rilevazione degli occupati e disoccupati. Il recepimento del Regolamento (UE) 2019/1700 del Parlamento europeo e del Consiglio, in vigore dal 1° gennaio 2021, stabilisce requisiti più dettagliati e vincolanti per le statistiche europee su occupazione e famiglia. 

Per rientrare nel calcolo degli occupati non si dovranno superare i tre mesi consecutivi di assenza dal lavoro, anche se lo si è per via di una cassaintegrazione. Mentre per essere classificati come membri di una famiglia non basteranno più la coabitazione e il legame di parentela: bisognerà verificare pure la condivisione del reddito o delle spese (housekeeping), criterio che varrà per studenti e lavoratori temporaneamente assenti perchè impegnati fuori sede: restano membri della famiglia se continuano a beneficiare o a contribuire al reddito familiare. 

Il Regolamento che ha introdotto una modifica dei questionari per le rilevazioni campionarie che toccano, in particolare, tre situazioni che la crisi in corso ha reso più pesanti che in passato: 

1) i lavoratori in Cassa integrazione guadagni (Cig) non sono considerati occupati se l’assenza supera i tre mesi, mentre prima lo erano se mantenevano una retribuzione almeno uguale al 50% dello stipendio pieno;

2) i lavoratori in congedo parentale sono classificati come occupati anche se l’assenza supera i tre mesi e la retribuzione è inferiore al 50%;

3) i lavoratori autonomi non sono considerati occupati se l’assenza supera i tre mesi, anche se l’attività è solo momentaneamente sospesa. 

In sintesi, la durata dell’assenza dal lavoro (più o meno di tre mesi) diviene il criterio prevalente per definire la condizione di occupato. 

Per ben intenderci, d’ora in avanti sarà considerato occupato un soggetto tra i 15 e gli 89 anni che nella settimana del rilevamento statistico ha lavorato per almeno un’ora, che non è assente da più di tre mesi escludendo le ragioni di malattia, ferie, congedo eccetera, e se è uno stagionale impegnato a riprendere l’attività. Mentre saranno considerati disoccupati i 15-74 enni che nella settimana del sondaggio non lavorano ma lo cercano attivamente e si dicono disposti a lavorare prima della fine delle due settimane successive. Tutti gli altri rientrano nella categoria degli inattivi. 

Il risultato di queste novità può essere facilmente previsto. Almeno nell’immediato i nuovi criteri finiranno per avere un effetto dirompente, con aumento consistente dei disoccupati e contestuale riduzione degli occupati. ISTAT e EUROSTAT consegneranno però un’immagine più reale del mercato del lavoro e della capacità dei singoli paesi di rispondere alla crisi.

Gli ultimi dati, resi noti dall'ISTAT lo scorso 6 aprile, confermano queste considerazioni, mostrando 945.000 occupati in meno rispetto a febbraio 2020 (ultimo mese prima della pandemia, mentre con i vecchi criteri sarebbero stati poco sopra i 420.000 ), con oltre mezzo milione di disoccupati in più, protetti finora dal blocco dei licenziamenti.

ACDR