Con comunicato del 11.04.2018, la Corte Costituzionale afferma la possibilità per i militari di costituire delle proprie associazioni sindacali, stante l’illegittimità dell’articolo 1475, comma 2, del Codice dell’ordinamento militare, che, nella parte in cui vieta la costituzione di associazioni professionali a carattere sindacale, viola i precetti contenuti nell’articolo 11 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (inerente la “Libertà di riunione e associazione”) e nell’articolo 5 della Carta Sociale Europea (circa i “Diritti sindacali”).
Il caso affrontato
I Giudici del Consiglio di Stato, evocati dall’Associazione solidarietà diritto e progresso, sollevano la questione di costituzionalità in ordine all’articolo 1475, comma 2, del Codice dell’ordinamento militare, nella parte in cui vieta la costituzione di associazioni professionali a carattere sindacale.
Il comunicato sulla pronuncia
Il Consiglio di Stato solleva la questione di costituzionalità sulla scorta del principio affermato da due pronunce della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, secondo cui la restrizione dell’esercizio del diritto di associazione sindacale dei militari non può spingersi sino alla negazione della titolarità stessa di tale diritto, pena la violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
Sulla base di questo assunto, la Consulta afferma la violazione, da parte del 2° comma del citato art. 1475, dell’art. 117, comma 1, della Costituzione, in relazione all’articolo 11 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (inerente la “Libertà di riunione e associazione”) ed all’articolo 5 della Carta Sociale Europea (circa i “Diritti sindacali”).
Di contro, i Giudici costituzionali sostengono la legittimità del suddetto comma 2 nella parte in cui lo stesso vieta ai militari di aderire ad altre associazioni sindacali.
Infatti, continua la sentenza, il rispetto di tale restrizione è giustificato dalla specialità di status e di funzioni del personale militare.
A cura di Fieldfisher