Con la sentenza n. 49593 del 30.10.2018, la Cassazione penale afferma che, nell’ipotesi di distacco fittizio, di lavoratori gravano sia sul distaccante che sul distaccatario gli obblighi di prevenzione e protezione previsti dal D.Lgs. 81/2008.
Il fatto affrontato
Il datore di lavoro distaccante mette a disposizione dell’imprenditore distaccatario alcuni dipendenti della sua società per la costruzione di un tratto autostradale.
Durante i lavori, i prestatori, intenti ad operare su una passerella, precipitano violentemente al suolo per un errato montaggio del sistema di ancoraggio, tanto che tre di loro perdono la vita e gli altri riportano lesioni gravissime.
In conseguenza di ciò - accertato il carattere fittizio del distacco - i legali rappresentanti delle due società, ritenuti responsabili in solido, vengono condannati, in primo e secondo grado, per omicidio colposo e lesioni personali.
La sentenza
La Cassazione, confermando le pronunce di merito, afferma che, in caso di distacco fittizio di lavoratori, avvenuto, cioè, al di fuori dei casi previsti dall’art. 30, comma 1, del D.Lgs. 276/2003, non trova applicazione il disposto dell’art. 3, comma 6, del D.Lgs. 81/2008, che prevede che tutti gli obblighi di prevenzione e protezione sono a carico del distaccatario.
Secondo i Giudici di legittimità, infatti, in caso di distacco non disciplinato dalla c.d. legge Biagi, gli obblighi di prevenzione e protezione, previsti dal TU sulla sicurezza sul lavoro, vengono a gravare sia sul distaccante che sul distaccatario fittizio.
Ciò in quanto, il primo mantiene la qualifica di datore di lavoro in senso formale a norma dell’articolo 2, del D.Lgs. 81/2008, mentre il secondo assume il ruolo di datore di lavoro di fatto, dal momento che si serve concretamente dei prestatori, a norma dell’art. 299 dello stesso decreto.
Su tali presupposti, la Suprema Corte respinge il ricorso presentato dagli imputati, confermando le condanne loro inflitte.
A cura di Fieldfisher