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Cassazione: quando è lecita l’assenza del lavoratore in malattia alla visita fiscale


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Con l’ordinanza n. 24492 del 01.10.2019, la Cassazione afferma che l’assenza del lavoratore in malattia alla visita fiscale è giustificata solo laddove sussista un’urgenza nel momento in cui la visita stessa viene effettuata.

Il fatto affrontato

Il lavoratore impugna giudizialmente la sanzione disciplinare irrogatagli per essere risultato assente alla visita medica di controllo domiciliare effettuata dall'INPS durante un periodo di astensione dal servizio per malattia.
A fondamento della predetta domanda, il dipendente deduce che l'assenza alla visita fiscale, avvenuta alle ore 11,35, era da imputare ad un giustificato motivo, atteso che aveva dovuto accompagnare il figlio di sette anni con problemi di salute in Ospedale, per un ricovero convenuto con i medici la notte precedente, allorquando si era recato con il bambino presso il Pronto Soccorso.
La Corte d’Appello respinge la predetta domanda, sul presupposto che solo un ricovero urgente in orario corrispondente alla visita fiscale avrebbe potuto giustificare l'assenza del prestatore al controllo dell’INPS.

L’ordinanza

La Cassazione, confermando la statuizione della Corte d’Appello, richiama, preliminarmente, il principio stabilito dall'articolo 5, comma 14, della l. 638/1983, per cui “il giustificato motivo di esonero del lavoratore in stato di malattia dall'obbligo di reperibilità a visita domiciliare di controllo non ricorre solo nelle ipotesi di forza maggiore, ma corrisponde ad ogni fatto che, alla stregua del giudizio medio e della comune esperienza, può rendere plausibile l'allontanamento del lavoratore dal proprio domicilio, senza potersi peraltro ravvisare in qualsiasi motivo di convenienza od opportunità, dovendo pur sempre consistere in un'improvvisa e cogente situazione di necessità che renda indifferibile la presenza del lavoratore in luogo diverso dal proprio domicilio durante le fasce orarie di reperibilità”.

Per i Giudici di legittimità, dunque, l’assenza è giustificata solo qualora vi sia un nesso tra il momento dell'urgenza e l'allontanamento dal domicilio durante le fasce di reperibilità.

Applicando tali principi al caso di specie, la Suprema Corte respinge il ricorso del lavoratore, dal momento che l’urgenza - effettivamente sussistente durante la notte (al primo accesso al Pronto Soccorso) - non era ravvisabile, invece, al momento del ricovero avvenuto nell’orario previsto per le visite fiscali.

A cura di Fieldfisher