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Cassazione: il lavoratore può chiedere che l’assenza per malattia venga convertita in ferie


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Con l’ordinanza n. 10725 del 17.04.2019, la Cassazione afferma che, per evitare di incorrere nel licenziamento ex art. 2110 c.c., il lavoratore assente per malattia può chiedere di fruire delle ferie maturate prima della scadenza del periodo di comporto.

Il fatto affrontato

La lavoratrice impugna giudizialmente il licenziamento irrogatole per superamento del periodo di comporto.
La Corte d’Appello accoglie la predetta domanda, sul presupposto che la condotta datoriale risultava illegittima, non avendo la società concesso alla dipendente la conversione - chiesta alcuni mesi prima del recesso - del titolo di assenza da malattia a ferie.

L’ordinanza

La Cassazione, confermando la statuizione della Corte d’Appello, afferma, preliminarmente, che il lavoratore assente per malattia ha la facoltà di domandare la fruizione delle ferie maturate e non godute, allo scopo di sospendere il decorso del periodo di comporto, non sussistendo una incompatibilità assoluta tra malattia e ferie.
Tuttavia, a tale facoltà del dipendente non corrisponde un obbligo del datore di accedere alla richiesta, a patto che ricorrano ragioni organizzative di natura ostativa che - in un'ottica di bilanciamento degli interessi contrapposti ed in ossequio alle clausole generali di correttezza e buona fede - risultino concrete ed effettive.

Secondo i Giudici di legittimità, per esercitare detta facoltà, il prestatore deve presentare apposita domanda di fruizione delle ferie, indicando il momento - antecedente alla scadenza del periodo di comporto - a decorrere dal quale intende ottenere la conversione del titolo dell'assenza.
In tali casi si deve escludere una incompatibilità assoluta tra ferie e malattia, perchè non sarebbe costituzionalmente corretto precludere il diritto alle ferie in ragione delle condizioni psico-fisiche inidonee al loro pieno godimento, posto che - a causa della probabile perdita del posto di lavoro conseguente al superamento del comporto - si renderebbe altrimenti impossibile l'effettiva fruizione delle stesse.

Su tali presupposti, la Suprema Corte respinge il ricorso presentato dalla società, confermando l’illegittimità del licenziamento irrogato alla dipendente per superamento del periodo di comporto.

A cura di Fieldfisher