Con la sentenza n. 45947 del 10.10.2019, la Cassazione penale afferma che non è applicabile la causa di esclusione della punibilità per tenuità del fatto in caso di condotta integrante il reato di falsa attestazione in servizio, dal momento che il danno alla P.A. si perfeziona anche a seguito di un unico episodio di timbratura del cartellino al posto di un collega assente.
Il fatto affrontato
Due dipendenti pubblici, un dirigente medico ed una sua sottoposta, vengono ritenuti colpevoli per la commissione del reato di cui all’art. 55-quinques del D.Lgs. 165/2001, a fronte della condotta della lavoratrice che timbrava il cartellino marcatempo anche per il suo superiore, attestandone falsamente la presenza in servizio.
La sentenza
La Cassazione, confermando la sentenza della Corte d’Appello, afferma i seguenti importanti principi in ordine al reato di falsa attestazione in servizio, previsto e punito dall’art. art. 55-quinques del D.Lgs. 165/2001:
- il reato si integra anche mediante un unico episodio di falsa attestazione o certificazione, dal momento che una tale condotta provoca un danno istantaneo alla P.A. Da qui l’inapplicabilità della causa di esclusione della punibilità per tenuità del fatto per chi timbra, anche solo una volta, il cartellino marcatempo al posto del collega assente;
- per il perfezionamento del reato è irrilevante l’accertamento del danno erariale, dal momento che il pregiudizio arrecato alla P.A. può derivare anche solo dal nocumento arrecato alla sua immagine;
- il reato può essere applicato anche ai dirigenti, posto che l’art. 1 del D.Lgs. 165/2001 stabilisce che le disposizioni del decreto riguardano i rapporti di lavoro e di impiego alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, senza alcuna distinzione tra lavoratori con funzioni dirigenziali o meno.
Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso proposto dai lavoratori, ritenendoli colpevoli del reato loro ascritto.
A cura di Fieldfisher