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Cassazione: legittima l’intimazione allo stesso lavoratore di due licenziamenti se basati su cause diverse


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Con la sentenza n. 79 del 04.01.2019, la Cassazione afferma che è legittima l’intimazione ad uno stesso lavoratore di un licenziamento durante la pendenza di un giudizio inerente ad un precedente licenziamento, a condizione che le due sanzioni espulsive siano fondate su cause o motivi differenti.

Il fatto affrontato

Il lavoratore impugna giudizialmente il licenziamento per giusta causa intimatogli dalla banca datrice nel 2014. A fondamento della propria domanda, il medesimo deduce la nullità del predetto recesso, in quanto irrogatogli nelle more di un giudizio instaurato a seguito di un primo licenziamento del 2011.
La Corte di Appello respinge il ricorso, sul presupposto che gli addebiti posti alla base e a giustificazione dei due recessi erano del tutto diversi.

La sentenza

La Cassazione, confermando quanto stabilito dalla Corte d’Appello, afferma che il datore di lavoro, qualora abbia già intimato al prestatore il licenziamento per una determinata causa o motivo, può legittimamente intimargli un secondo recesso, fondato su una diversa causa o motivo, restando quest'ultimo del tutto autonomo e distinto rispetto al primo.

Per i Giudici di legittimità, ne consegue che entrambi gli atti di recesso sono in sé astrattamente idonei a raggiungere lo scopo della risoluzione del rapporto, dovendosi ritenere il secondo licenziamento produttivo di effetti solo nel caso in cui venga riconosciuto invalido o inefficace il precedente.

Su tali presupposti, la Suprema Corte dichiara il ricorso del dipendente inammissibile per mancanza di interesse ad impugnare, avendo la Cassazione, al termine del giudizio precedente, con sentenza passata in giudicato, accertato la legittimità del primo licenziamento e la conseguente cessazione del rapporto di lavoro.

A cura di Fieldfisher