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Cassazione: illegittimità del licenziamento irrogato in pendenza del patto di prova affetto da nullità


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Con la sentenza n. 17358 del 03.07.2018, la Cassazione afferma che il licenziamento intimato sull'erroneo presupposto della validità del patto di prova, in realtà affetto da nullità, deve essere ritenuto illegittimo, con la conseguente applicazione delle tutele previste dall'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Il fatto affrontato

A seguito dell’impugnativa giudiziale del licenziamento, la Corte d’Appello statuisce l’illegittimità del recesso in quanto intervenuto una volta terminato il patto di prova apposto al contratto.
Secondo i Giudici, infatti, la tesi societaria secondo cui il periodo di prova era ancora vigente deve essere disattesa, in quanto l’impresa solo in grado d’appello (e quindi tardivamente) aveva allegato circostanze idonee a dimostrare la necessità di una durata superiore del patto rispetto a quella prevista dal c.c.n.l. di settore.

La sentenza

La Cassazione, confermando quanto stabilito dalla Corte d’Appello, afferma che iI licenziamento intimato sull'erroneo presupposto della validità del patto di prova, in realtà affetto da nullità (per essere già avvenuta con esito positivo la sperimentazione del rapporto tra le parti) non è sottratto all'applicazione della disciplina limitativa dei licenziamenti.
Ne consegue che, laddove il datore di lavoro non alleghi e dimostri l'insussistenza del relativo requisito dimensionale, la tutela da riconoscere al prestatore è quella prevista dall'art. 18 della l. 300/1970.

Ciò in quanto, per la sentenza, la libera recedibilità nell'ambito del patto di prova, sia pure nei limiti indicati dalla giurisprudenza costituzionale e di legittimità, presuppone che il patto stesso sia stato validamente apposto.
Pertanto, ove ne difettino i requisiti di sostanza e di forma richiesti dalla legge, la nullità della clausola, che essendo parziale non si estende all'intero contratto, ne determina la conversione in un ordinario rapporto di lavoro subordinato, con applicabilità del relativo regime di tutela in ipotesi di licenziamenti individuali illegittimi.

Su tali presupposti, la Suprema Corte rigetta il ricorso proposto dalla società, confermando il diritto del lavoratore ad essere reintegrato, così come disposto con l’impugnata sentenza.

A cura di Fieldfisher