Con l’ordinanza n. 17356 del 03.07.2018, la Cassazione afferma che deve ritenersi legittimo il licenziamento irrogato, per elisione del vincolo fiduciario, al dirigente reo di aver avallato, seppur su indicazione dei vecchi vertici societari, una prassi aziendale dal carattere antigiuridico.
Il fatto affrontato
Il dirigente impugna giudizialmente il licenziamento per giusta causa irrogatogli dalla società datrice per l’omessa segnalazione alla nuova proprietà dell’impresa ed il mancato contrasto alla prassi aziendale, voluta ed avallata dai vecchi vertici, di stanziare fondi neri per premiare i clienti più fedeli.
L’ordinanza
La Cassazione, confermando la statuizione della Corte d’Appello, afferma, preliminarmente, che deve intendersi antigiuridico qualunque comportamento che contrasti con l'ordinamento giuridico inteso nel suo complesso, a prescindere dalla rilevanza penale della singola condotta o dalla previsione di specifici divieti.
Ne consegue, per la sentenza, che laddove un comportamento sia antigiuridico per espressa previsione di legge o perché manifestamente contrario all'etica comune ed attenga a violazioni dei doveri fondamentali connessi al rapporto di lavoro, lo stesso non può che integrare la giusta causa di licenziamento, senza che assuma rilievo la mancata adozione di un codice disciplinare o etico.
Applicando tali principi al caso di specie, i Giudici di legittimità affermano che la creazione di fondi extra-bilancio si pone indubbiamente al di fuori della conformità all’ordinamento giuridico che impone regole rigorose nell’amministrazione delle società e nella tenuta della contabilità, dettate per essere rigorosamente osservate senza tollerare falsi ideologici in nessuna forma e per nessun fine.
Su tali presupposti, la Suprema Corte respinge, pertanto, il ricorso proposto dal dirigente, stante la violazione del vincolo fiduciario perpetrata con la descritta condotta tenuta dal medesimo.
A cura di Fieldfisher