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Cassazione: il danno da demansionamento può essere provato anche in via presuntiva


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Con l’ordinanza n. 21 del 03.01.2019, la Cassazione afferma che il danno esistenziale, sofferto da un lavoratore in conseguenza di un demansionamento subito, può essere dimostrato in giudizio con tutti i mezzi consentiti dall'ordinamento, assumendo, quindi, fondamentale rilievo la prova per presunzioni.

Il fatto affrontato

La Corte d’Appello accoglie la domanda di risarcimento del danno da demansionamento spiegata della lavoratrice, avente qualifica di quadro, cui erano state affidate mansioni appartenenti a qualifiche inferiori a quella di appartenenza.
Avverso la predetta pronuncia, la società datrice ricorre per cassazione, sostenendo il mancato assolvimento dell’onere della prova, da parte della dipendente, circa il danno subito a seguito dell’affidamento delle nuove mansioni.

L’ordinanza

La Cassazione, confermando la statuizione della Corte d’Appello, afferma che, se è vero che il danno da demansionamento non è in  re ipsa, tuttavia la prova dello stesso può essere data, ai sensi dell'art. 2729 c.c., anche attraverso l’allegazione di presunzioni gravi, precise e concordanti.
A tal fine possono essere valutati, quali elementi presuntivi, la qualità e la quantità dell'attività lavorativa svolta, il tipo e la natura della professionalità coinvolta, la durata del demansionamento, la diversa e nuova collocazione lavorativa assunta dopo la prospettata dequalificazione.

Secondo i Giudici di legittimità, dunque, mentre il risarcimento del danno biologico è subordinato all'esistenza di una lesione dell'integrità psico-fisica medicalmente accertabile, il danno esistenziale derivante dal demansionamento subito - da intendere come ogni pregiudizio (di natura non meramente emotiva ed interiore, ma oggettivamente accertabile) provocato sul fare areddittuale del soggetto, che alteri le sue abitudini e gli assetti relazionali propri, inducendolo a scelte di vita diverse quanto all'espressione e realizzazione della sua personalità nel mondo esterno - può essere dimostrato in giudizio con tutti i mezzi consentiti dall'ordinamento, assumendo peraltro precipuo rilievo la prova per presunzioni.

Su tali presupposti, la Suprema Corte, valutando la minore ampiezza qualitativa e quantitativa delle nuove mansioni alla stessa affidate, rigetta il ricorso proposto dalla società, confermando il diritto della dipendente a vedersi riconosciuto il ristoro per il danno subito.

A cura di Fieldfisher