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Corte di Giustizia Europea: discriminatorio introdurre un limite di età per la partecipazione ai concorsi


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Con la sentenza emessa nella causa C-304/21, la Corte di Giustizia afferma che è possibile inserire un limite di età per la partecipazione ai concorsi pubblici, solo nell’ipotesi in cui la selezione riguardi ruoli per cui è necessario possedere particolari doti fisiche.

Il fatto affrontato

Un partecipante al concorso pubblico indetto per il ruolo di commissario della Polizia di Stato, escluso per il superamento del limite di età previsto dal bando, ricorre giudizialmente nei confronti del Ministero.
Il Consiglio di Stato, investito della questione, mediante un rinvio pregiudiziale, chiede alla CGUE se – nel caso di specie – sia ravvisabile una discriminazione basata sull’età, ai sensi dell’art. 2 della Direttiva 2000/78/CE.

La sentenza

La Corte di Giustizia rileva, preliminarmente, che la Direttiva 2000/78/CE, letta in relazione all'art. 21 della Carta dei Diritti fondamentali dell'UE, non consente agli Stati membri di prevedere una normativa interna che imponga un limite di età per poter prendere parte a un concorso pubblico.

Per la sentenza, detto principio generale può essere derogato solo nell’ipotesi in cui il ruolo messo a concorso richieda il possesso di particolari doti fisiche.

Tuttavia, anche in tale circostanza, secondo i Giudici è comunque necessario che il requisito anagrafico richiesto non risulti sproporzionato rispetto al tipo di lavoro che dovrà essere svolto.

Su tali presupposti, la CGUE afferma che la Direttiva 2000/78/CE, stabilendo un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, deve essere interpretata nel senso che la stessa osta, in linea generale, a una normativa nazionale che preveda la fissazione di un limite massimo di età per la partecipazione ai concorsi pubblici.

A cura di Fieldfisher