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Commissione europea - Relazione 2018 sulla adeguatezza delle pensioni


La Commissione ha diffuso, il 30 aprile scorso, la relazione 2018 sulle pensioni nei Paesi UE. La relazione non si limita a dare conto degli assetti in essere. Essa, infatti, fornisce anche raccomandazioni ritenute essenziali per assicurare nel tempo la grande finalità di pensioni adeguate e sostenibili.
(vedi commissione ue - comunicato 30 aprile).

A tal riguardo, la Relazione continua, fra l’altro, a segnalare l’importanza della promozione dell’allungamento della vita lavorativa anche in considerazione dell’elevazione dell’età media di vita, puntando sull’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, su ambienti di lavoro sicuri e sani, su premi a favore di chi posticipa il pensionamento e scoraggiamento delle uscite anticipate.

Il secondo volume, su cui la Relazione risulta articolata, analizza la situazione, in atto e prospettica, di ben 29 Paesi, fra i quali l’Italia. Concludendo l’analisi della situazione italiana, la Relazione sottolinea che la “actuarial neutrality”, applicata sia nella previdenza pubblica che in quella complementare, non necessariamente assicura pensioni adeguate, auspicando misure finalizzate ad una maggiore solidarietà e capacità redistributiva dei regimi pubblici obbligatori con lo scopo di ridurre diffuse penalizzazioni dei lavoratori con carriere lavorative frammentate. Coerentemente, sostiene la Relazione, il ruolo delle forme pensionistiche complementari dovrebbe essere riconsiderato dato che esse tendono a tutelare solo i lavoratori già protetti dai regimi obbligatori.

Un utile ragguaglio generale circa il modo i cui la Relazione e le conclusioni strategiche ivi contenute saranno valorizzate nell’ambito della politica sociale dell’Unione e i collegamenti con altre prese di posizione dei vari organi comunitari è fornito dal comunicato stampa del 30 aprile scorso della stessa Commissione.

Fonte: Commissione europea