Notizie

Stampa

Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale. L’ accordo tra Governo e sindacati


stretta di mano

Il 10 marzo scorso tra il Presidente del Consiglio e il Ministro per la Pubblica amministrazione, da una parte, e i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, dall’altra, è stato sottoscritto il Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale. 

Il Patto riconosce alla Pubblica Amministrazione il ruolo centrale di motore di sviluppo e catalizzatore della ripresa e, muovendo da questa premessa, Il Patto prefigura un insieme organico di interventi. 

In generale, si punta a migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione, in particolare investendo nelle competenze dei dipendenti pubblici, accelerando la digitalizzazione e aumentando l'efficienza e la qualità dei servizi pubblici locali. 

Presupposto necessario della richiesta delle risorse del Next Generation Eu e, quindi, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, la riforma della pubblica amministrazione si pone come un insieme di passaggi e cambiamenti ormai ineludibili, a partire dalla valorizzazione delle persone e dal pieno perseguimento delle pari opportunità. 

Fra i principi salienti del Patto, si segnalano: 

a)una nuova stagione di relazioni industriali, in cui “i rinnovi contrattuali sono un investimento politico e sociale che favorisce il rilancio dei consumi e un clima di fiducia e di stabilità, precondizioni essenziali per qualsiasi processo di innovazione e riforma”; 

b)investimenti sulle risorse umane, con un giusto riconoscimento del merito; 

c)ingresso di nuove generazioni di lavoratrici e di lavoratori e valorizzazione delle persone sul lavoro, anche attraverso percorsi di crescita e aggiornamento professionale (reskilling);

c)piano delle competenze, su cui costruire la programmazione dei fabbisogni e delle competenze; 

d)ricognizione dei titoli, delle competenze e delle abilità del personale già in servizio; 

e)lavoro agile, evitando una iper-regolamentazione legislativa e assicurando più spazio per la contrattazione. 

Il Patto, inoltre, contiene un’intesa su punti che fra gli riguardano: 

1.salvaguardia dell’elemento perequativo della retribuzione da parte dei rinnovi 2019/2021, che confluirà nella retribuzione fondamentale;

2.revisione, in occasione dei predetti rinnovi, dei sistemi di classificazione, con stanziamento di risorse aggiuntive;

3.sviluppo della contrattazione collettiva decentrata , in particolare superando i limiti dell’art. 23, comma 2, d.lgs. 75/2017;

4.impegno dei contratti del predetto triennio 2019/2021 a disciplinare aspetti del lavoro agile di tutela dei diritti sindacali, delle relazioni sindacali e del rapporto di lavoro quali il diritto alla disconnessione, le fasce di contattabilità, il diritto alla formazione specifica, il diritto alla protezione dei dati personali, il regime dei permessi e delle assenze ed ogni altro istituto del rapporto di lavoro e previsione contrattuale;

5.rivistitazione degli ordinamenti professionali del personale, adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze richieste dai cambiamenti organizzativi e dall’innovazione digitale e alle esigenze di valorizzazione delle capacità concretamente possedute;

6. centralità della formazione e riqualificazione del personale come diritto pubblico soggettivo del dipendente pubblico e come investimento organizzativo necessario e variabile strategica;

7.adeguamento, nell’ambito dei nuovi contratti, dei sistemi di partecipazione sindacale, valorizzando strumenti innovativi di partecipazione organizzativa;

8. implementazione tramite accordo degli istituti di welfare contrattuale, anche con riguardo al sostegno alla genitorialità con misure che integrino e implementino le prestazioni pubbliche, le forme di previdenza complementare e i sistemi di premialità diretti al miglioramento dei servizi, estendendo anche ai comparti del pubblico impiego le agevolazioni fiscali previste per i settori privati a tali fini.