Notizie

Stampa

Brexit - Dal governo indicazioni in caso di uscita senza accordo


icona

A quasi un anno dalla notifica del Regno Unito di recedere dall’Unione Europea, a norma dell’art. 50 del Trattato UE, e dopo il voto negativo della Camera dei Comuni sulla ratifica dell’accordo del 15 gennaio 2019, si fa sempre più concreta l’ipotesi, non certo auspicabile, di una “ Hard Brexit “.


Per approfondire tutti gli aspetti relativi al recesso del Regno Unito sono aperte le iscrizioni al workshop che si terrà il giorno 28 febbraio, presso le sedi Fieldfisher di Roma dal titolo “ Brexit and Beyond – Rischi e opportunità per le imprese italiane “. Per consultare il programma o per il modulo di iscrizione clicca qui


L'accordo e la successiva ratifica sarebbero di fondamentale importanza per poter gestire un processo senza precedenti in modo ordinato e in termini chiari sia per i cittadini che per le imprese, anche attraverso la previsione di un periodo transitorio al 31 dicembre 2020 ( Consiglio Europeo – Dichiarazione politica sul quadro delle relazioni future ).

Il Governo italiano ha istituito già da tempo un coordinamento Brexit a Palazzo Chigi per seguire e coordinare le attività inerenti il recesso britannico e le relative misure di preparazione per ogni scenario, incluso quello di un recesso senza accordo. Nel frattempo la Commissione UE ha chiesto agli Stati membri un approccio unitario attraverso “ un piano emergenziale collettivo” in caso di “ no deal “ e Hard Brexit escludendo la percorribilità di soluzioni bilaterali in quanto non compatibili con la ripartizione delle competenze all’interno dell’Unione europea.

La preparazione alla Brexit non coinvolge solo le Amministrazioni pubbliche ma interessa parallelamente il settore privato e i cittadini. In tale contesto, è di fondamentale importanza che tutti i soggetti interessati dall’uscita del Regno Unito dall’UE arrivino preparati alla data del recesso, tenendo conto di tutti gli scenari possibili, valutandone integralmente i rischi e pianificando la risposta al fine di attutirli.

A tal fine la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha voluto fornire informazioni sulle conseguenze e sui preparativi allo scenario di una Brexit senza accordo di recesso, fornendo indicazioni utili e un’analisi settoriale con rinvio a tutta la documentazione disponibile per ciascun settore.

Indicazioni vengono fornite riguardo temi come cooperazione giudiziaria penale e di polizia, Giustizia civile, diritto societario protezione dei consumatori; imposte dirette e indirette; servizi finanziari; dogane; salute e sanità e altri ancora. In ambito giuslavoristico:

COORDINAMENTO DEI SISTEMI DI SICUREZZA SOCIALE:

Qualora non dovesse essere raggiunto nessun accordo sul recesso britannico verrà meno l’applicazione della normativa UE sul coordinamento della sicurezza sociale. Per tale ragione la Commissione europea ha pubblicato una proposta di regolamento proprio sull’adozione di misure di emergenza nel settore della sicurezza sociale. Gli stati membri non potranno concludere convenzioni bilaterali che disciplinano situazioni che rientrano nel campo di applicazione del regolamento.

QUALIFICHE PROFESSIONALI:

Se non vi saranno interventi in questo settore, la fornitura di servizi su base temporanea o occasionale da parte di cittadini britannici potrà avvenire, dopo il recesso, esclusivamente sulla base della normativa dello Stato Membro interessato e non più della normativa UE. Stesso trattamento anche per i cittadini UE stabiliti nel Regno Unito, che non potranno più beneficiare delle norme del diritto UE per prestare servizi temporanei o occasionali nell'UE dopo il recesso, ma potranno eventualmente avvalersi di quanto permesso dalla normativa nazionale dello Stato Membro interessato.

Regole specifiche per gli avvocati. La normativa UE prevede poi regole specifiche per gli avvocati. Gli avvocati iscritti nel Regno Unito non potranno avvalersi delle direttive 77/249/CEE e 98/5/CE al fine di esercitare la professione in un altro Stato Membro in base al proprio titolo. Se non saranno adottate misure UE in questo settore prima del recesso, gli avvocati britannici che abbiano visto il proprio titolo riconosciuto in uno Stato Membro potranno lavorare solo in quello Stato Membro e non più nel resto dell'UE.

Per le richieste di riconoscimento di qualifica professionale pendenti alla data del recesso (in caso di no deal), gli Stati Membri sono chiamati a tener conto del fatto che la richiesta sia stata presentata prima del recesso e che i documenti a sostegno della stessa siano stati validi, in considerazione del fatto che il Regno Unito fosse ancora uno Stato Membro dell’UE a tutti gli effetti. L’invito della Commissione europea ai titolari di qualifiche non ancora riconosciute è quello di avviare le procedure di riconoscimento al più presto prima del recesso, chiedendo ai ventisette Stati Membri di tener conto, nella trattazione della domanda, del fatto che il Regno Unito era uno Stato Membro dell’UE quando la qualifica era stata concessa.

Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri